Saluto del Patriarca al Corso della Facoltà di Diritto canonico S. Pio X sul tema “La trasparenza nella gestione dei beni ecclesiastici: dalla governance alla accountability. La sfida della rendicontazione tra pastoralità e contabilità” (Venezia / Auditorium del Seminario Patriarcale, 4 maggio 2018)
04-05-2018

Corso della Facoltà di Diritto canonico S. Pio X sul tema

“La trasparenza nella gestione dei beni ecclesiastici: dalla governance alla accountability.

La sfida della rendicontazione tra pastoralità e contabilità”

 (Venezia / Auditorium del Seminario Patriarcale, 4 maggio 2018)

Saluto del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia

 

 

 

Rivolgo ai partecipanti a questo corso il mio cordiale saluto, in particolare ai chiarissimi relatori, al Preside della Facoltà di Diritto canonico S. Pio X mons. Giuliano Brugnotto, ai suoi collaboratori e a quanti hanno avuto il merito di focalizzare e proporre un tema attuale e importante nella vita della Chiesa come dimostrano anche le odierne qualificate presenze; un tema attuale e importante nella vita della Chiesa che, quindi, domanda continuo approfondimento e rigoroso confronto.

Trattare di trasparenza nella gestione dei beni ecclesiastici, di governance, di accountability e rendicontazione è, oggi più che mai, un atto doveroso e di responsabilità perché tocca aspetti fondamentali e delicati che possono diventare campo di verifica – quasi una cartina di tornasole – sui criteri effettivi e anche sulle reali priorità dell’azione della Chiesa universale, di una Chiesa particolare, di una comunità religiosa o, comunque, di un’istituzione che, in modi differenti, si riferisce alla Chiesa.

Infatti, “la dimensione economica è intimamente connessa con la persona e la missione. Attraverso l’economia passano scelte molto importanti per la vita,  nelle  quali  deve  trasparire  la  testimonianza  evangelica… La testimonianza evangelica esige che le opere siano gestite in piena trasparenza, nel rispetto delle leggi canoniche e civili, e poste a servizio delle tante forme di povertà. La trasparenza è fondamentale per l’efficienza e l’efficacia della missione… In questa direzione sono di fondamentale importanza gli strumenti relativi alla rendicontazione dei bilanci” (Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, Lettera circolare “Linee orientative per la gestione dei beni negli Istituti di vita consacrata e nelle Società di vita apostolica”); per questi motivi, comprendiamo come la posta in gioco qui sia notevole e, quindi, non ci si occuperà (solo) di questioni meramente contabili.

Molto opportunamente il percorso odierno toccherà, quindi, i diversi e rilevanti aspetti in campo: la corretta comprensione dei termini, l’applicazione più adeguata – sul piano dell’organizzazione e della responsabilizzazione delle persone e delle comunità – dei meccanismi di trasparenza, controllo e vigilanza sulla gestione dei beni, le esperienze e le modalità più giuste di pubblica rendicontazione, il legame stretto con le attività e finalità pastorale dell’azione ecclesiale.

Mi preme rilevare che la necessità di amministrare bene i beni della Chiesa, secondo criteri evangelici, non è esigenza inedita; è, infatti, sempre stata una necessità molto avvertita e ben presente, fin dai primi secoli. E già all’indomani della chiusura del Concilio Vaticano II, il Santo Padre Paolo VI – prossimo santo – richiamava a “una nuova ed autentica mentalità cristiana” e a un “nuovo stile di vita ecclesiale”: «Notiamo con vigile attenzione come in un periodo come il nostro, tutto assorbito nella conquista, nel possesso, nel godimento dei beni economici, si avverta nella opinione pubblica, dentro e fuori della Chiesa, il desiderio, quasi il bisogno, di vedere la povertà del Vangelo e la si voglia ravvisare maggiormente là dove il Vangelo è predicato, è rappresentato» (Paolo VI, Udienza generale del 24 giugno 1970).

Certo, nel contesto odierno tale istanza è sempre più avvertita e anche sollecitata spesso da interrogativi e riflessioni sulla sostenibilità attuale di talune opere (recenti e antiche) ma anche, insieme, dalla necessità e dalla volontà di raccontare i “fatti di gestione” del bene ecclesiastico in maniera trasparente. In questa direzione vanno evidenziate anche gli ammonimenti che, in più occasioni, giungono da Papa Francesco a persone ed istituzioni di Chiesa ad esprimersi sempre più “nella sobrietà, nella ricerca della giustizia e nella gioia dell’essenziale” (cfr. Messaggio ai partecipanti al Simposio Internazionale sul tema “La gestione dei beni ecclesiastici degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica a servizio dell’humanum e della missione nella Chiesa”, 8-9 marzo 2014) e in “una crescente libertà interiore verso i beni” (cfr. Discorso al Seminario campano di Posillipo, 6 maggio 2017).

Nell’augurare una proficua giornata di studio e dialogo intorno a questi temi esprimo l’auspicio che, anche attraverso tali momenti, si possano ricercare e trovare – e, dunque, suggerire – delle vie percorribili, sagge e limpide per coniugare sempre più e al meglio le esigenze di una gestione oculata e trasparente dei beni ecclesiastici alle fondamentali istanze pastorali – ovvero spirituali, liturgiche, caritative, catechetiche, culturali, comunicative ecc. – della vita della nostra Chiesa.