Saluto del Patriarca al Convegno di Fisiosport Terraglio “Progetto 3S. Sanitario | Sociale | Sportivo” (Centro pastorale card. Urbani / Zelarino, 2 dicembre 2016)
02-12-2016

Convegno Fisiosport Terraglio “Progetto 3S. Sanitario | Sociale | Sportivo”

(Centro pastorale card. Urbani / Zelarino, 2 dicembre 2016)

Saluto del Patriarca mons. Francesco Moraglia

 

Saluto i rappresentanti delle istituzioni, gli amici di Fisiosport Terraglio e tutti coloro che partecipano a questo convegno che ha il merito di metter insieme – intorno al Progetto e ai temi di questa mattina – più soggetti e più ambiti d’azione, con un unico intento: venire incontro in modo reale, “integrale” ed efficace – secondo un metodo interdisciplinare – alle necessità e alle esigenze riabilitative e di reinserimento della persona e, a volte, della sua famiglia.

Tre “S” – Sanitario, Sociale, Sportivo – sono la parola d’ordine delle attività, dei progetti e delle iniziative che muovono questi soggetti ed in particolare l’azione di Fisiosport Terraglio. Tre “S” che chiamano in causa – come è doveroso – le competenze, le risorse e le disponibilità di enti, amministrazioni, strutture pubbliche e private, realtà associative con professionalità in campi differenti ma non estranei.

Come ricordavo un attimo fa, le tre “S” rimandano di continuo a un punto comune, a un centro, a un punto di riferimento imprescindibile che non può e non deve essere bypassato o trascurato: è il fattore umano, è la persona, nella sua unicità sempre straordinaria e mai astrattamente o ideologicamente perfetta (ad iniziare dal peso e altri aspetti estetici) ma alle prese, invece, con problemi di disabilità e riabilitazione che sembrano o potrebbero aprire ad un futuro d’esclusione o accantonamento come facile e prima soluzione. No, così non deve essere.

Se vedo bene, colgo proprio qui il senso profondo, più bello e significativo, del lavoro che – anche a fatica – si vuole portare avanti: in questo contesto lo sportivo, il paziente, il “diversamente abile” non è un semplice “utente” ma, anzitutto una persona unica e irripetibile di cui ci si deve prender cura e di cui è fondamentale interessarsi; una persona portatrice di sofferenze che deve confrontarsi quotidianamente con problemi e fragilità ma ricca anche di capacità e potenzialità, a volte sorprendenti e inespresse; una persona, talora, con familiari accanto di cui tener presente, che va aiutata a risollevarsi e accompagnata affinché trovi uno spazio di responsabilità e di dignità.

L’integrazione e l’approccio interdisciplinare sollecitato dal progetto delle tre “S” – Sanitario, Sociale, Sportivo – è, quindi, rispondente in modo adeguato alla necessità forte di “riconoscersi (tutti) come fratelli e sorelle in cammino” e così di “favorire la cultura dell’inclusione e respingere la cultura dello scarto” ; sono parole che Papa Francesco tante volte ha richiamato come esplicitazione della dottrina sociale cristiana e come espressione della fede in un Dio che si è rivelato come Padre e che “ci conosce meglio di chiunque altro, ci guarda con fiducia, ci ama come siamo, ma ci fa crescere secondo quello che possiamo diventare” (Papa Francesco, Discorso all’incontro con il Comitato italiano paralimpico, 4 ottobre 2014).

L’essere tutti – senza distinzioni – persone “in cammino” (e in qualche modo tutte fragili), impegnate a includere e a non escludere, a rimettere in circolo e in funzione e a non scartare, dovrebbe, peraltro, essere una precisa istanza e un’esigenza pubblica – e condivisa – di bene comune che riesce a mettere insieme, in una sintesi superiore che non è mai una sola sommatoria, il bene di una collettività, il bene della persona e delle singole comunità sociali a cominciare dalla cellula fondante che è la famiglia.

“Nell’epoca in cui – dice ancora Papa Francesco – una certa cura del corpo è divenuta mito di massa e dunque affare economico, ciò che è imperfetto deve essere oscurato, perché attenta alla felicità e alla serenità dei privilegiati e mette in crisi il modello dominante. Meglio tenere queste persone separate, in qualche “recinto” – magari dorato – o nelle “riserve” del pietismo e dell’assistenzialismo, perché non intralcino il ritmo del falso benessere. In alcuni casi, addirittura, – sono sempre parole di Papa Francesco – si sostiene che è meglio sbarazzarsene quanto prima, perché diventano un peso economico insostenibile in un tempo di crisi. Ma, in realtà, quale illusione vive l’uomo di oggi quando chiude gli occhi davanti alla malattia e alla disabilità! Egli non comprende il vero senso della vita, che comporta anche l’accettazione della sofferenza e del limite. Il mondo non diventa migliore perché composto soltanto da persone apparentemente “perfette”, per non dire “truccate”, ma quando crescono la solidarietà tra gli esseri umani, l’accettazione reciproca e il rispetto” (Papa Francesco, Omelia al Giubileo delle persone ammalate e disabili, 12 giugno 2016).

A voi tutti affido queste parole con l’augurio che – attraverso lo stile, le attenzioni e i contenuti di questo progetto delle tre “S”, “Sanitario, Sociale, Sportivo” – possiamo crescere insieme lungo questa strada. Buon lavoro a tutti!