Omelia nella S. Messa al Santuario della Madonna della Guardia di Tortona - Alessandria (29 agosto 2008)
29-08-2008

Basilica Santuario Madonna della Guardia

 

Santa Messa in onore della B.V. della Guardia

 

Sir 24,1-2. 5-7. 12-16. 26-31; Salmo resp. Lc 1,46-55; Ap 21,1-5; Lc 1,39-47

 

 

Tortona (AL), 29 agosto 2008

 

 

 

Omelia di S.E.R. Card. Angelo Scola, Patriarca di Venezia

 

1. «Ho messo le radici in mezzo a un popolo glorioso’». Questo Santuario della Vergine dalla storia lunga e feconda sorge come risposta grata e commossa al dono cui fa riferimento l’antico autore del Siracide (Prima Lettura).

 

In cosa consiste? Nella instancabile compagnia che Dio, essendo un Dio incarnato, continua ad assicurare alla famiglia umana, soprattutto attraverso Maria, Madre Sua e madre nostra.

 

Dio guida il suo popolo. Continua ad stargli vicino lungo la storia. Maria è un fattore decisivo di questo amore di Dio che ci accompagna. Il grido dell’uomo, soprattutto oggi, non è inascoltato: «Avvicinatevi tutti a me, voi che mi desiderate e saziatevi dei miei frutti» (Sir 24, 12.18).

 

 

2. Sempre come testimoni di questi interventi straordinari della Grazia che è Gesù vengono scelti i semplici, gli umili di cuore [«ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili» (Lc 1,51)]. L’umiltà di Maria di fronte all’annuncio dell’Angelo – «Come è possibile?» – riverbera anche nelle parole del semplice contadino Benedetto Pareto, cui si ricollega, perché così volle Don Orione, anche questo Santuario-basilica della Madonna della Guardia di Tortona, in quel lontano mattino di cinquecentodiciotto anni fa quando, davanti al compito affidatogli dalla Madre di Dio, si schermì: «Ma io sono un povero, o mia Signora, e sono peccatore’ come farò?». Ma la Vergine lo rassicurò: «Tutto sarà facile: io sarò con te!». Solo l’amore as-sicura l’uomo. Umiltà è la via maestra per il compimento della nostra libertà.

 

 

3. L’amore non è soprattutto il trasporto soggettivo ‘ sentimento o passione ‘ verso l’altro, ma dono totale di sé, per sempre. L’amore è oggettivo ed ha, ultimamente, un nome: quello di Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, crocifisso, morto e risorto in nostro favore.

 

Ogni autentico amore umano nasce da Lui, per una progressiva immedesimazione con Lui. Qui sta il segreto di San Luigi Orione e della straordinaria fecondità della sua Opera, di cui io ho il privilegio di essere testimone oculare (Istituto ‘Berna’ di Mestre). Questo amore oggettivo ed effettivo dobbiamo vivere oggi: nell’innamoramento (fidanzati), nel matrimonio indissolubile (per sempre), nelle famiglie, nell’apertura generosa alla procreazione e all’educazione dei figli, nell’ospitalità (la nuova parentela: Gesù, Maria e Giovanni sotto la croce).

 

 

4. Solo dai Santi e dalla loro imitazione, solo da un cuore come quello di Don Orione e dalla sua forza creatrice possiamo sperare la novità, anche per una società travagliata e spesso confusa come la nostra.

 

La renovatio mundi, infatti, è l’instaurarsi della carità tra gli uomini, il cui esito sono i cieli nuovi e la terra nuova descritti dal brano dell’Apocalisse – «E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate. E Colui che sedeva sul trono disse: ‘Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,4-5) ‘ e in albore già presenti qui ed ora. La festa di oggi, il vostro convenire è espressione di questa novità. L’uomo di oggi anche quando sembra essere lontano da Gesù, in realtà ne ha fame.

 

 

5. «Maria si mise in viaggio’ e raggiunse in fretta una città di Giuda» (Lc 1,39). L’amore è esigente: chiede la mossa decisa della nostra libertà, quella che il Santo Padre nella sua prima Enciclica, chiama estasi come cammino: «Sì, amore è ‘estasi” ma estasi come cammino, come esodo permanente dall’io chiuso in se stesso verso la sua liberazione nel dono di sé» (Benedetto XVI, Deus caritas est 6). Ora tocca a te: la testimonianza è la tua libertà in azione dentro tutti gli ambienti dell’umana esistenza.

 

 

6. Questo amore noi chiediamo che ci ottenga la Madonna della Guardia. La invochiamo con le parole che Le rivolse lo stesso San Orione: «Ecco, o gran Madre di Dio, che ora e sempre noi ci abbandoniamo alla vostra intercessione potente e materna. Ascoltate la nostra preghiera, guardateci pietosa da ogni pericolo in vita e in morte, poi veniteci incontro, benediteci e conduceteci in Paradiso insieme con voi!». Amen