Omelia del Patriarca nella S. Messa per i Vigili del Fuoco di Venezia nella festa della patrona Santa Barbara (Venezia / Chiesa parrocchiale dei Carmini, 4 dicembre 2019)
04-12-2019

S. Messa per i Vigili del Fuoco di Venezia nella festa della patrona Santa Barbara

 (Venezia / Chiesa parrocchiale dei Carmini, 4 dicembre 2019)

Omelia del Patriarca Francesco Moraglia

 

 

Comandante, carissimi Vigili del Fuoco di Venezia, autorità e fedeli tutti,

è con gioia che presiedo l’Eucaristia nella festa della vostra patrona Santa Barbara, una figura di martire dei primissimi secoli della Chiesa (III sec. per l’esattezza), cristianamente forte, umanamente coraggiosa e che, proprio per questo, è andata via via rappresentando la capacità di affrontare ogni sorta di pericolo con fiducia, determinazione e audacia, anche quando sembra non esservi via di scampo.

La sua conversione alla fede cristiana provocò l’ira del padre Dioscoro e Barbara così fu costretta a nascondersi in un bosco dopo aver distrutto gli dei che erano nella casa paterna. Ritrovata, fu consegnata al prefetto Marciano. Durante il processo che iniziò il 2 dicembre 290 Barbara difese con fierezza il proprio credo ed anzi esortò con forza Dioscoro, il prefetto ed i presenti a ripudiare la religione pagana per abbracciare la fede cristiana. Tutto questo le costò dolorose torture. Mentre era in prigione, inoltre, riuscì a scampare viva da un incendio uscendo – praticamente incolume – tra le fiamme. Il 4 dicembre venne decapitata con la spada dallo stesso Dioscoro.

Per tali vicende – che la tradizione attribuisce al suo martirio – è stata, come ben sapete, eletta patrona dei Vigili del Fuoco in quanto protettrice di tutti coloro che sono “in pericolo di morte”. È una figura, quella di Santa Barbara, che ben accompagna il vostro prezioso e indispensabile lavoro che vi pone, non di rado, in prima linea e impegnati laddove i cittadini in pericolo o in situazioni di disagi gravi – per accadimenti naturali o indotti dalla casualità, dalla distrazione o dall’insipienza dell’uomo – richiedano il vostro necessario e qualificato intervento.

Mi rendo conto che non vi ringraziamo mai abbastanza in quanto siete davvero tra i primi a cui ogni persona, ogni famiglia e ogni comunità sa di poter ricorrere con fiducia, certi di una Vostra presenza immediata e competente.

Anche nelle settimane scorse, quando la città di Venezia e molti territori della nostra regione sono stati duramente colpiti dall’acqua alta eccezionale e dal forte maltempo, tutti abbiamo potuto apprezzare l’efficienza e la rilevanza della vostra professionalità insieme alla solerzia e allo spirito di sacrificio che sempre vi accompagnano.

Grazie, ancora, per tutto quello che fate.

Celebriamo questa Eucaristia nel tempo di Avvento, che invita ad innalzare lo sguardo alle cose del cielo e a scorgere la salvezza che Dio ha preparato per noi – e che ci ha rivelato pienamente nel Bambino Gesù “Verbo di Dio fatto carne” nel Natale – e che dobbiamo accogliere e preparare, sin da ora, con la nostra disponibilità a fare spazio a Lui e convertendo la nostra vita al bene e all’amore.

È quindi un tempo di letizia, di consolazione (anche rispetto alle tribolazioni e alle fatiche quotidiane), di speranza e di fiducia come ci ha ricordato la prima lettura del profeta Isaia che è stata poco fa proclamata.

Il Signore “strapperà … il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto… E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse. Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza…»” (cfr. Is 25, 6-10). E anche il salmo 22 ci fa dire che quando c’è il Signore nulla di veramente essenziale e vitale ci può mancare, perché Lui ha cura di ciascuno di noi: “Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca l’anima mia”.

Il Vangelo secondo Matteo, poi, ci ha richiamato ancora una volta che Gesù è il Signore, è l’Unico Salvatore, l’Unico Necessario, che ha cura e compassione di tutti: “In quel tempo Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele” (Mt 15, 29-31).

Carissimi Vigili del Fuoco di Venezia, il miracolo che si chiede a Voi ogni volta è quello di continuare a svolgere bene il vostro compito quotidiano per essere sempre più – come già siete, con dedizione e generosità – un prezioso e sicuro sostegno, un aiuto quotidiano alla vita e alle fatiche della nostra gente.

Santa Barbara, vostra grande e amatissima Patrona, insieme alla Vergine Maria del Carmelo a cui è intitolata questa Chiesa, vi guidino sempre nei momenti difficili del vostro lavoro e benedicano le vostre famiglie e i vostri progetti.

Rivolgiamo un grato ricordo e una commossa preghiera per quanti – compiendo il loro servizio di Vigili del Fuoco – hanno tragicamente perso la loro vita. E penso, in particolare, penso ai vostri colleghi Antonino Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo, che nella cascina di Quargnento nell’Alessandrino, un mese fa, hanno perso la vita; un ricordo e una preghiera anche per i loro familiari e amici.

A tutti Voi e alle Vostre famiglie, buona festa di santa Barbara, buon Avvento e sin d’ora buon Natale!