Omelia del Patriarca nella S. Messa in occasione della festa di S. Lucia (Venezia / Santuario diocesano di S. Lucia, 13 dicembre 2019) Omelia del Patriarca Francesco Moraglia
13-12-2019

S. Messa in occasione della festa di S. Lucia

(Venezia / Santuario diocesano di S. Lucia, 13 dicembre 2019)

Omelia del Patriarca Francesco Moraglia

 

 

Gentili autorità, carissimi fedeli,

abbiamo la gioia di celebrare la festa di santa Lucia in questo Santuario diocesano a Lei intitolato e che sempre più vuole essere – con le differenti iniziative in programma ed anche con i lavori di restauro avviati – un tempio bello e accogliente, che favorisce la preghiera e l’incontro con Dio.

In tutto aiutati e condotti dalla figura di questa donna coraggiosa che la Chiesa acclama come vergine e martire e a cui si adattano perfettamente le parole che sono state poco fa proclamate, rivolte da san Paolo all’amata (anche se difficile) comunità di Corinto: “Vi ho promessi a un unico sposo, per presentarvi a Cristo come vergine casta” (1Cor 11,2).

Come emerge dalle antichissime fonti che la riguardano, la siracusana Lucia, nata da nobile famiglia cristiana verso la fine del III secolo, sin da fanciulla si consacrò segretamente a Dio con voto di perpetua verginità ma – secondo le consuetudini dell’epoca – venne promessa in sposa a un pretendente, invaghitosi della sua bellezza.

Un giorno Lucia decise di confidare alla madre il suo proposito di donare la propria vita a Dio, rinunciando allo sposo terreno ed elargendo le proprie ricchezze ai poveri, per amore di Cristo. Così Lucia, da ricca che era, si fece povera e per circa tre anni si dedicò senza interruzione alle opere di misericordia d’ogni tipo, a vantaggio materiale e spirituale di poveri, orfani, vedove, malati e ministri della Chiesa di Dio.

Le stesse fonti antiche narrano, però, che colui che la voleva come sposa, si vendicò del rifiuto denunciandola al locale tribunale dell’impero romano, con l’accusa che Lucia fosse “cristianissima”, mentre imperversava la crudele persecuzione anticristiana dell’imperatore Diocleziano.

Lucia fu arrestata, rifiutò fermamente di fare sacrifici agli dei, venne processata e durante il processo rispose continuamente ricorrendo alla Parola di Dio, fino ad affermare: “Sacrificio puro presso Dio è soccorrere i poveri, gli orfani e le vedove. Per tre anni ho offerto tutto al mio Dio. Ora non ho più nulla, e offro me stessa”.

Morì martire il 13 dicembre dell’anno 304, dopo aver subito anche torture atroci a cui pure era sopravvissuta e affidando il suo spirito al suo unico Signore e Salvatore, Dio fedele, come abbiamo anche ripetuto poco fa nel salmo responsoriale.

La giovanissima età non ha impedito a Lucia di passare attraverso tutte queste vicende, d’essere e restare fedele alla volontà di Dio e quindi al battesimo ricevuto, al suo essere cristiana, al suo appartenere totalmente al Signore. Anche quando tutto ciò comportò d’essere posta di fronte all’alternativa più drammatica: salvare la propria vita, ritornando alla sua vita di tutti i giorni, o continuare a rimanere fedele e scegliere il Signore nella fedeltà del battesimo.

I santi (i martiri, in modo particolarissimo) sono coloro che hanno saputo accogliere la grazia di Dio nella loro vita – vagliando tutto e tenendo ciò che è buono, lasciandosi santificare e conservare irreprensibili – e hanno perciò fatto fiorire le promesse e il sacramento del battesimo, fedeli anche a prezzo della vita.

Chiamati – come già detto – a scegliere tra salvare se stessi e confermare l’appartenenza a Gesù, hanno preferito Gesù. Gesù, insomma, per loro veniva prima: questa è stata anche la scelta della Santa che oggi festeggiamo. E qui ritroviamo l’attualità perenne di Lucia e di tutti i martiri cristiani che anche oggi, purtroppo, non costituiscono solo una pagina di storia dei primi secoli della Chiesa ma si ripropongono, con drammatica frequenza, più che in passato.

Per ogni cristiano, il dono del battesimo – se sviluppato giorno per giorno – diventa il grande “sì” che unisce al Signore Gesù; è il senso pieno della vita, è il significato vero di ogni giorno, la sua identità profonda.

Lucia ci ricorda che l’annuncio cristiano non può risuonare solo nel segreto della coscienza o all’interno di spazi sacri come quello delle chiese ma deve toccare realmente la vita, anche nel momento delle scelte decisive e non facili. L’annuncio cristiano deve essere portato – con coraggio, dolcezza, libertà e franchezza – là dove le persone vivono, lavorano e operano per il bene comune. Senza aver timore di far risuonare il Vangelo di Gesù Cristo nella vita pubblica.

La fede – lo testimonia questa Santa – dona al cristiano la certezza di una presenza che gli si fa vicina e l’accompagna, donandogli una libertà che gli consente di vivere e amare il momento presente con quella possibilità di dono totale che appartiene solo a coloro che sanno che il senso ultimo delle cose va ben oltre il momento presente. Qui si dischiude il segreto e la possibilità della libertà cristiana che arriva al dono totale di sé, senza il timore di perdersi, anzi con la certa speranza di realizzare una vita piena e salvata, perché tutta consumata e donata.

Con l’esempio e l’intercessione di santa Lucia – rivestita della corona della verginità e del martirio – chiediamo a Dio di donarci la sua forza per essere capaci di rendere onore al nostro battesimo in ogni momento della nostra vita e, come lei, anche noi “superiamo ogni male e raggiungiamo la gloria del cielo” (Preghiera dopo la comunione nella Messa di S. Lucia).