Omelia del Patriarca ai primi vespri della solennità dell’Immacolata Concezione nel decimo anniversario della costituzione dell’Ordo Virginum diocesano (Venezia / Basilica Cattedrale di S. Marco, 7 dicembre 2019)
07-12-2019

Primi vespri della solennità dell’Immacolata Concezione nel decimo anniversario della costituzione dell’Ordo Virginum diocesano

(Venezia / Basilica Cattedrale di S. Marco, 7 dicembre 2019)

Omelia del Patriarca Francesco Moraglia

 

 

Carissime Silvia, Katia, Nella,

in occasione dei dieci anni di costituzione in Diocesi dell’Ordo Virginum, desidero ringraziare il Signore, in questo Vespro della vigilia della solennità dell’Immacolata, per il grande dono della vostra consacrazione e, insieme, affidarvi alla tenera cura della Madre di Gesù, icona perfetta della Chiesa sposa di Cristo.

Sottolineo, per prima cosa, la bellezza dell’Ordo Virginum nella Chiesa di oggi che è, e sempre più vuole essere, Chiesa “in uscita”. A voi, carissime sorelle, il nostro grazie, il grazie della Chiesa che è in Venezia; vi chiediamo solo d’essere le gioiose testimoni del dono che avete ricevuto. La spiritualità e la testimonianza di chi appartiene all’Ordo Virginum sono ricche, articolate e, alla fine, strettamente legate alle storie personali di donne e credenti che hanno un volto, un nome, un progetto di vita con Gesù loro sposo.

Riflettiamo, brevemente, su due punti dell’istruzione Ecclesiae Sponsae Imago, promulgata l’8 giugno del 2018. Ricordo, anche, che il prossimo anno, il 2020, vi sarà un convegno mondiale a Roma di tutte le consacrate in occasione dei 50 anni dalla istituzione dell’Ordo da parte di Papa san Paolo VI.

Al n. 21 dell’istruzione leggiamo che – come ogni vocazione cristiana – anche quella delle vergini consacrate nell’Ordo virginum ha, al suo inizio, la scelta di Dio; è Lui che vi ha scelte e tutto poi si dipana nel dialogo fra la grazia divina e la libertà umana. In concreto, il dono che avete fatto delle vostre persone a Lui è risposta alla Sua iniziativa; è Dio che vi ha scelto. E  tutto ciò avviene a partire dalla vocazione battesimale e si attua nella trama generativa e fraterna delle relazioni ecclesiali attraverso il vostro sì, gioioso e generoso.

Tale vocazione può, quindi, esser compresa nell’unità del popolo di Dio che deriva dall’unico Spirito, è fondata sugli apostoli e risplende nella varietà dei carismi e dei ministeri, tutti complementari fra loro e tutti capaci di contribuire all’unica missione della Chiesa (cfr. Rm 12, 4-5).

Al n. 22 leggiamo poi come la fisionomia spirituale delle consacrate dell’Ordo Virginum si qualifichi per il radicamento nella Chiesa particolare radunata attorno al Vescovo suo pastore e si delinei – specialmente nel rito di consacrazione – avendo come riferimento primario il modello della Chiesa vergine, per l’integrità della fede, della Chiesa sposa, per l’indissolubile unione con Cristo, e della Chiesa madre, per la moltitudine di figli generati alla vita di grazia; si dà nella Chiesa – e qui va ribadita – una reale maternità spirituale.

Verginità, sponsalità e maternità delle consacrate sono libere scelte e modi concreti di vivere che descrivono bene l’esperienza spirituale delle vergini dell’Ordo. Verginità, sponsalità e maternità non sono, quindi, “realtà” giustapposte che si assommano fra di loro; al contrario, sono dinamiche spirituali che si “inverano”, ossia compongono la loro piena verità l’una nell’altra, inscrivendosi nella vita battesimale.

Le consacrate sono così chiamate ad esser gioiose figlie della Chiesa e sorelle di tutti gli uomini e di tutte le donne attraverso vincoli di reale fraternità; a partire, ovviamente, dalla predilezione per gli ultimi e i poveri.

Il carisma e la spiritualità dell’Ordo Virginum corrispondono ad un vero progetto e percorso umano e soprannaturale. Si tratta di una domanda e di una risposta pienamente umane e, quindi, di un sì profondamente femminile alla divina chiamata che si ripete, ogni giorno, nella vostra vita.

La vita spirituale non ha nulla di scontato, nulla di automatico e, quindi, di materialmente legato allo scorrere cronologico-anagrafico del tempo, inteso, appunto, come kronos; al contrario, nella vita spirituale, tutto è grazia, ossia tutto è kairos, un sì reale e gratuito, che si vive nel Signore e si attua pienamente nell’anno liturgico.

Desidero concludere citando il n. 114 dell’istruzione Ecclesiae Sponsae Imago. Tale passo precede la bella preghiera finale di affidamento a Maria, Icona della Chiesa, e lo propongo perché sintetizza quanto abbiamo detto: “Il Signore Gesù da tutte le genti trasse un’unica Chiesa e a lei misticamente si unì con amore sponsale. Questo mistero mirabile, che si avvera efficacemente nella celebrazione eucaristica, è il principio dell’unità e della santità della Chiesa, della sua missione universale e della sua capacità di vivificare con l’annuncio del Vangelo ogni esperienza umana e ogni cultura. Contemplando questo mistero, la Chiesa riconosce come dono dello Spirito il rifiorire dell’Ordo virginum e lo accoglie con gratitudine. Precedute e sostenute dalla grazia di Dio, le donne che ricevono questa consacrazione sono chiamate a vivere la docilità allo Spirito santo, a sperimentare il dinamismo trasformante della Parola di Dio che fa di tante donne diverse una comunione di sorelle, e ad annunciare con la parola e con la vita il Vangelo di salvezza per diventare immagine della Chiesa Sposa che, vivendo unicamente per Cristo Sposo, lo rende presente al mondo”.

Carissime sorelle, col vostro sì a Dio rinnovato ogni giorno, vi rinnovate e rinnovate la nostra Chiesa e, personalmente, diventate sempre più il segno della gratuità di cui la società in cui viviamo avverte la necessità, talvolta sotto forma di inquietudine, altre volte di nostalgia. Sì, è qualcosa che le manca e che non sa come procurarsi perché è frutto della grazia e la grazia è soltanto di Dio, proviene solo da Lui e conduce a Lui.

Invito ora Silvia, Katia e Nella a venire qui perché vogliamo affidare loro un rosario, affinché diventi nelle loro mani preghiera per la nostra Chiesa che è in Venezia ed infine consegniamo una piccola icona delle Madonna Nicopeia che ricordi loro di diventare sempre più icone viventi della Chiesa sposa di Gesù.