Omelia ai funerali di don Aldo Pesce (Oriago di Mira, 5 gennaio 2012)
05-01-2012

LITURGIA FUNEBRE PER DON ALDO PESCE

 

Omelia di mons. Beniamino Pizziol, Amministratore apostolico del Patriarcato di Venezia

 

(Oriago, Chiesa parrocchiale S. Maria Maddalena, 5 gennaio 2012)

 

 

 

 

Don Aldo Pesce è tornato alla Casa del Padre nel cuore delle celebrazioni natalizie. Il Natale di Gesù ci ricorda che il Figlio di Dio si è fatto uomo, ha preso un corpo mortale, per vivere la nostra vita, per conoscere le nostre gioie e le fatiche, per portare i nostri dolori e le nostre debolezze, per morire della nostra morte e tutto questo per riscattare la nostra morte e per dare a tutto un senso di vita e di amore, rendere il nostro cammino, un cammino verso la vita.

          Per questo noi crediamo che nella vita e nella morte di don Aldo è andato a compimento il mistero dell’Incarnazione e della Pasqua di Gesù, cioè un mistero di amore e di vita. Oggi noi celebriamo il giorno natale (dies natalis) di don Aldo, il giorno in cui, lasciato questo mondo, viene affidato alle mani misericordiose di Dio; è il giorno del suo incontro con il Signore della vita.

          Ora la nostra pietà lo affida alle mani di Dio:

nessun tormento ormai lo toccherà.

Egli è nella pace e la sua speranza

È piena di immortalità.

Dio infatti lo ha provato

e lo ha trovato degno di sé.

Lo ha saggiato come oro nel crogiolo

e lo ha gradito come l’offerta di un olocausto.

Don Aldo ha sofferto in questi ultimi anni nel corpo e nello spirito.

Il venir meno la capacità di ricordare e di raccontare la sua vita e il suo ministero di sacerdote gli arrecava un dolore profondo che si poteva leggere nei suoi occhi e sul suo volto.

Di fronte alla sofferenza e alla morte delle persone a noi care, in qualsiasi modo e in qualsiasi ora avvengano, restiamo sempre commossi e turbati.

Ricordiamo le parole di Gesù che abbiamo inteso nella lettura del santo Evangelo:

Non sia turbato il vostro cuore.

 

Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me’

 

Io vado a prepararvi un posto

Ora Gesù è tornato a prendere don Aldo e portarlo con sé: perché sia anche lui dov’è Lui risorto.

Carissimi confratelli e amici, pensiamo a don Aldo con speranza.

Se il dolore per la sua morte è giusto, ci deve consolare la certezza della risurrezione di Gesù, che trascina nella vita ogni nostra morte.

Seguiamo Gesù via, verità e vita: il suo Vangelo è strada di luce e di speranza che non delude.

In questo circostanza amo pensare don Aldo nei momenti più belli e più intensi del suo ministero: nel ricordo, ancora vivo, di tanti parrocchiani di S. Trovaso, quando organizzava i giochi nel mese di maggio nel campo davanti alla chiesa, oppure nei percorsi domenicali in macchina, su strade oltremodo trafficate nel periodo estivo, tra Ca’ Corniani, S. Gaetano e Ottava Presa nel Comune di Caorle.

Ma ricordiamo soprattutto l’Eucaristia che tante volte ha celebrato, per quasi 60 anni, le parole del Vangelo che ha annunziato, il perdono che ha distribuito a tanti fedeli, nel nome del Signore.

Mentre ci apprestiamo a celebrare l’Epifania del Signore, la manifestazione di Gesù a tutti i popoli, rappresentati dai Magi, venuti a Betlemme dal lontano Oriente, affidiamo don Aldo alla Vergine Maria, a S. Giuseppe suo sposo, a S. Marco e a tutti i santi della nostra Chiesa, affinché lo accompagnino all’incontro definitivo con Dio Padre buono e misericordioso.

E tu, don Aldo, prega per noi, per la nostra Chiesa e prega, affinché in essa fioriscano quelle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, di cui la nostra Diocesi ha tanto bisogno. Amen.