Lettera alla Chiesa che è in Venezia (1 febbraio 2019)
01-02-2019

   Venezia, 1 febbraio 2019

 

Carissimi confratelli nel sacerdozio, diaconi, consacrati, consacrate e fedeli laici della Chiesa che è in Venezia,

in questo momento di grande sofferenza e prova, desidero ringraziarvi di cuore per la vicinanza che avete dimostrato in questi giorni in cui alcuni nostri confratelli sono stati offesi nel loro onore, di preti e di uomini, in modo vile e profondamente disonesto.

Sono vicino con affetto anche ai familiari, ai genitori, ai fratelli, alle sorelle, agli amici e alle comunità di quanti sono stati così feriti e che ora soffrono, anche avvertendo tutta l’impotenza di non poter manifestare pienamente il loro dolore.

Carissimi, io prego continuamente per coloro che hanno ispirato, scritto e affisso i volantini diffamatori, celandosi dietro un imbarazzante anonimato.

Tali offese hanno fatto soffrire e ferito profondamente la nostra Chiesa che è in Venezia e tutti coloro che veramente la amano, servendola ogni giorno, come voi sacerdoti fate insieme ai diaconi, a tanti laici e laiche, consacrati e consacrate che, con generosità, si spendono per il Vangelo.

Tale ferita, ancora sanguinante, dobbiamo viverla come discepoli di Gesù, con i suoi sentimenti e soprattutto con fede e con il desiderio di perdonare.

Chi veramente ama la Chiesa non compie gesti come quelli di cui siamo stati spettatori attoniti in questi giorni.

Tutto ciò che di non vero e di gravemente offensivo è stato detto per diffamare il Patriarca e alcuni sacerdoti, grazie alla Misericordia di Dio a cui sempre ci richiama Papa Francesco, diventi ora un momento di crescita per la nostra bella e amata Chiesa di Venezia che, con le nostre povertà e ferite, ogni giorno e insieme, ci sforziamo di servire e amare.

La Madonna della Salute – così cara a noi veneziani – vegli come Madre comune sugli offesi e sugli offensori e tutti, insieme, ci conduca a Gesù.

Con l’affetto di un padre che vi ama, abbraccio tutti, uno ad uno. Tutti, nessuno escluso.

il vostro Patriarca Francesco