Intervento del Patriarca durante la visita della VII Commissione - Istruzione pubblica e Beni culturali del Senato della Repubblica alla Basilica di S. Marco (Venezia, 4 dicembre 2020)
04-12-2020

Visita della VII Commissione – Istruzione pubblica e Beni culturali del Senato della Repubblica alla Basilica di S. Marco

(Venezia, 4 dicembre 2020)

Intervento del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia

 

 

Onorevole Presidente e Onorevoli Membri della Commissione della Istruzione Pubblica e dei Beni Culturali del Senato della Repubblica, benvenuti nella Basilica di san Marco, simbolo della città.

La Vostra visita, dopo la drammatica Acqua granda del novembre 2019 e la non meno drammatica situazione economica e sociale che vive la città dopo questi primi dieci mesi di pandemia da Covid 19, è particolarmente opportuna e ve ne ringraziamo.

Il pensiero va ovviamente al lavoro e al reddito di tante famiglie. L’occupazione è ciò che ci sta più a cuore e qui in Basilica lavorano 57 persone.

Vi ringrazio perché la Vostra visita è un segno importante: la vicinanza della politica e delle istituzioni al territorio e, soprattutto, ai cittadini che lo abitano.

Voglio richiamare l’articolo 9 della Costituzione Italiana; esso si trova nella parte in cui la nostra Costituzione delinea i principi fondamentali che poi ritroviamo, sottintesi, nell’intera Carta.

L’articolo 9, come ben sapete, recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

Sì, nella seconda parte dell’articolo si nominano insieme il “paesaggio”, il “patrimonio storico e artistico” e la “Nazione”. Viene così rimarcato lo strettissimo legame fra territorio e tradizione e, quindi, con la nostra storia.

Più che mai, oggi, cittadini e istituzioni devono tutelare e promuovere una cultura che è, insieme, espressione della società viva, dell’arte e del territorio; tutto ciò appartiene, appunto, alla nostra storia comune.

Riprendo qui le parole del Presidente della Repubblica Ciampi che il 5 maggio del 2003 affermava: “È nel nostro patrimonio artistico, nella nostra lingua, nella capacità creativa degli italiani che risiede il cuore della nostra identità, di quella Nazione che è nata ben prima dello Stato e ne rappresenta la più alta legittimazione. L’Italia che è dentro ciascuno di noi è espressa nella cultura umanistica, dall’arte figurativa, dalla musica, dall’architettura, dalla poesia e dalla letteratura di un unico popolo.”

Venezia è, esattamente, tutte queste cose!

Venezia è, prima di tutto, opera delle mani del buon Dio perché Venezia è il suo mare, la sua laguna, le terre emergenti, i colori che le danno la luminosità differente dell’estate e dell’inverno come anche delle sue nebbie autunnali.

Venezia è, nondimeno, opera delle mani dell’uomo, di artisti geniali e unici, ma è anche opera della volontà politica della Repubblica Serenissima che si fregiava del nome dell’evangelista san Marco e che ha fatto della magnificenza e della munificenza il sigillo della sua potenza politica, economica e militare.

Quella potenza politica, economica e finanziaria, quella rete di traffici e commerci non esiste più; rimane, invece, l’arte e l’immenso patrimonio culturale che ne è derivato.

Nel DNA della nostra gente c’è la consapevolezza di essere i custodi di un patrimonio culturale che non ha eguali nel mondo. E proprio per questo ho ricordato l’articolo 9 della nostra Costituzione che ha poche similitudini in altre Carte costituzionali ed esprime in termini di principio giuridico ciò che appartiene alla storia e all’anima del nostro popolo.

Concludo annotando che il primo comma dello stesso articolo 9 recita che la Repubblica promuove “lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”.

Il richiamo alla promozione dello sviluppo, della cultura, della ricerca scientifica e della tecnica trova proprio qui a Venezia – città unica, che vive tra mare, cielo, terra e acqua – un “luogo” particolarmente adatto per essere sede di centri di ricerca e studio che pongano le basi per realizzare, con l’aiuto della scienza e di una degna visione antropologica dell’uomo – in cui la persona si trovi realmente al centro -, un futuro vivibile e sostenibile in cui le città siano veramente a misura d’uomo.

La gestione e sostenibilità economica dei beni culturali, in vista della loro fruibilità da parte di un numero sempre maggiore di persone, non è più una questione solo culturale ma politica. Ed ecco perché siamo grati della Vostra presenza oggi qui a Venezia e nella Basilica di san Marco che ne è luogo-simbolo.