Intervento del Patriarca all'inaugurazione di “Casa San Giuseppe” nel complesso delle Muneghette (Venezia, 12 giugno 2021)
12-06-2021

Inaugurazione di “Casa San Giuseppe” nel complesso delle Muneghette

(Venezia, 12 giugno 2021)

Intervento del Patriarca Francesco Moraglia

 

 

 

Le parole del Vangelo che è stato appena proclamato (Mt 25,31-46) ci hanno ricordato le multiformi dimensioni della carità cristiana che non è mai un semplice “fare”, un’azione materiale da compiere, ma è sempre un prendersi cura della persona in tutta la sua interezza e in ogni circostanza che la può vedere soccombere o cadere in difficoltà per la sua intrinseca fragilità e debolezza, nonché per le vicissitudini della vita.

Il Signore Gesù – lo abbiamo sentito – è sempre presente, è vicino e si “identifica” con ogni persona, in particolare con quelle più piccole, povere e appunto fragili e si attende che i suoi – coloro che portano il nome di “cristiani” e quindi si riferiscono a Lui – siano sempre sensibili, solleciti e attivi per venire in aiuto a chi è affamato, assetato, nudo, malato, in carcere, straniero e… potremmo aggiungere tante altre situazioni che il contesto odierno facilmente ci suggerisce.

Non va dimenticato poi quella splendida sintesi, ispirata dal Vangelo, che la tradizione cristiana ha voluto racchiudere e indicare nelle opere di misericordia, non a caso sia materiali che spirituali, proprio per evidenziare la profonda unità dell’uomo, la necessità di prendersi cura dell’altro nella sua integralità e di come la fede cristiana tocchi davvero ogni dimensione della vita e entri così a contatto e si immerga profondamente nell’ambiente sociale, economico e culturale che gli è dato di condividere.

Una comunità cristiana – la comunità dei discepoli del Signore Gesù – non è mai estranea ma, anzi, si percepisce partecipe e responsabile del territorio umano e geografico in cui vive. E si lascia perciò provocare, scuotere ed interpellare soprattutto dalle membra più deboli e dai segmenti più fragili e talora anche inavvertiti (o scartati) della società.

È bene sottolineare tutto questo nel momento in cui oggi abbiamo la gioia di inaugurare, nel ristrutturato complesso delle Muneghette, la “Casa San Giuseppe” che non vuole essere e non sarà una semplice sommatoria di servizi offerti o un agglomerato di opere di assistenza.

Certo, ci sarà anche tutto questo attraverso una serie di presenze importanti: qui, infatti, troveranno casa la Caritas ed anche altre realtà significative come la San Vincenzo, sempre in ambito caritativo, e poi il Consultorio familiare diocesano di cui è nota la preziosa attività educativa, formativa e terapeutica per sostenere le relazioni e le persone, avendo a cuore sempre il loro bene, quello della coppia e della famiglia; qui ci sarà possibilità di accogliere ed ospitare chi ne avrà necessità – singoli e, soprattutto, famiglie – per un periodo temporaneo e limitato e, a seguire con cura ed amore tutto questo, ci sarà una famiglia che stabilmente abiterà qui e si è resa disponibile per diventare il punto di riferimento e di appoggio per la casa e i suoi ospiti; sempre qui, ancora, ci saranno spazi adeguati e strutture a norma per offrire un pasto quotidiano o un letto a chi ne ha l’esigenza.

Ma la nuova “Casa San Giuseppe” nasce specialmente con l’obiettivo di essere un centro propulsore di carità cristiana e di solidarietà umana, capace di coinvolgere le persone e le comunità, a partire dal tessuto ecclesiale di parrocchie, gruppi e associazioni della città di Venezia; il percorso stesso di preparazione e realizzazione di questa struttura – lo ricordo – ha sovente coinvolto e resi partecipi i parroci e le comunità della zona.

Qui si potrà perciò venire a fare “esperienza” concreta di carità e di solidarietà, a vivere momenti di formazione e di crescita reciproca, ad offrire e a ricevere servizio, soccorso ed aiuto, in contatto e nel coinvolgimento anche di tante altre realtà sociali del territorio, a cominciare dalle istituzioni. Qui, insomma, si hanno certamente presenti alcuni bisogni specifici o difficoltà contingenti da affrontare, ma non si vuole fare mera assistenza; si intende, piuttosto, avere cura dell’uomo nelle sue esigenze materiali e spirituali.

“Casa San Giuseppe” – che oggi inauguriamo – vuole essere così un segno, magari piccolo ma significativo, di come si possano coniugare realisticamente solidarietà e sussidiarietà; vuole essere, tra le calli della nostra Venezia, un seme di carità capace di suscitare in tanti una maggiore condivisione e partecipazione, il desiderio di stringere legami più fraterni nella vita di una città, l’impegno – per tutti – di vivere e realizzare un senso di cittadinanza più responsabile e solidale.

Ringrazio tutti coloro che, in vario modo, hanno reso possibile la progettazione e la realizzazione di quest’opera che ora affidiamo ad un patrono importante, san Giuseppe: il suo cuore buono, di padre e di custode, sia di esempio e di guida per tutti coloro che abiteranno – a vario titolo – questa Casa.