Intervento del Patriarca all'inaugurazione della nuova sede dell’Ordine degli Avvocati di Venezia (Venezia / Cittadella della Giustizia, 11 settembre 2020)
11-09-2020

Inaugurazione della nuova sede dell’Ordine degli Avvocati di Venezia

(Venezia / Cittadella della Giustizia, 11 settembre 2020)

Intervento del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia

 

 

Signor Presidente, Signori Consiglieri dell’Ordine, Signori Avvocati, grazie del Vostro invito.

Saluto le Autorità civili e militari qui presenti e la Magistratura Veneziana, qui rappresentata in primis dalla Presidente della Corte d’Appello, dottoressa Ines Marini.

Vorrei fare due brevissime riflessioni sulla funzione essenziale dell’Avvocato per il corretto funzionamento della Giustizia.

La prima riguarda una tematica di rilievo costituzionale. L’art. 24 della Costituzione recita che “Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti ed interessi legittimi” e al secondo comma dell’articolo si statuisce che “La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento”.

Ciò significa che la tutela dei diritti di ciascuno di noi è collegata alla concreta ed effettiva difesa di tali diritti. La Difesa – qui s’intende con la “D” maiuscola – viene svolta da Voi Avvocati, investiti del ruolo di garanti della libertà e dei diritti di chi a Voi si affida.

I regimi totalitari cercano di asservire l’Avvocatura o limitarne la libertà e l’indipendenza, perché così limitano la libertà dei cittadini che vengono ridotti a sudditi. E questo dice quanto siete importanti negli equilibri costituzionali dello Stato.

Ovviamente la Giustizia deve essere certa, rapida ed efficiente, ma questi obiettivi – certezza, rapidità ed efficienza – non possono essere perseguiti attraverso riforme che limitino i diritti della difesa e le prerogative dei difensori, perché in tal modo comprometterebbero pericolosamente gli stessi diritti fondamentali dei cittadini.

La seconda considerazione riguarda un aspetto più pratico ma, penso, importante perché l’avvocato innanzitutto deve rendere conto del suo operato alla sua coscienza. Egli, spesso, è il primo soggetto con cui viene in contatto una persona allorché ha un problema legale, civile, penale, amministrativo o tributario.

Incontrare un professionista competente, onesto e corretto per il cittadino vuol dire fare un passo decisivo per affrontare al meglio – e con la giusta serenità – il problema col quale si deve misurare.

In tale ottica sono importanti i principi fissati nel Vs. codice deontologico, tra i quali ritengo di indicare in particolare i doveri di probità, lealtà, correttezza, diligenza, indipendenza e competenza. Questi principi hanno anche un’evidente rilevanza – come dicevo prima – dal punto di vista morale perché vanno a incidere sulla coscienza di ciascun avvocato.

Il rispetto di questi principi da parte di un legale, unitamente ad uno Stato che garantisca i diritti del cittadino e del suo avvocato, tutelandone e valorizzandone il ruolo, sono garanzia per il corretto funzionamento della Giustizia – di cui dicevo all’inizio – e, in fin dei conti, sono garanzia per la libertà di tutti noi.

Signor Presidente, auguro a Lei, ai Membri del Consiglio dell’Ordine e agli Avvocati del Foro di Venezia di poter svolgere sempre al meglio il Vostro delicato compito a servizio della Giustizia.