Intervento del Gran Cancelliere al Dies Academicus della Facoltà Teologica del Triveneto (Padova, 28 marzo 2017)
28-03-2017

Dies Academicus della Facoltà Teologica del Triveneto

(Padova, 28 marzo 2017)

Intervento del Gran Cancelliere S.E. Francesco Moraglia

 

 

 

Eminenza, Eccellenze, Gentili autorità, signore e signori, preside, docenti e cari studenti,

a tutti rivolgo il mio cordiale saluto. Un particolare ringraziamento all’eminentissimo relatore che ha accettato l’invito della Facoltà Teologica del Triveneto per la prolusione del Dies Academicus 2016/17.

Il Cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ci aiuterà a riflettere con intelligenza – Rosmini direbbe con carità intellettuale – sul  rapporto fede-cultura che è sempre essenziale per la comunità cristiana e che oggi risulta particolarmente complesso.

Il rapporto fede-cultura è poi fondamentale per una Facoltà Teologica, sia per ciò che riguarda la ricerca, sia per la didattica e, in genere, per il progetto culturale.

La riflessione si concentra sull’ esortazione apostolica Evangelii gaudium. Qui ne richiamo un significativo passaggio: “Non è bene ignorare la decisiva importanza che riveste una cultura segnata dalla fede, perché questa cultura evangelizzata, al di là dei suoi limiti, ha molte più risorse di una semplice somma di credenti posti dinanzi agli attacchi del secolarismo attuale. Una cultura popolare evangelizzata contiene valori di fede e di solidarietà che possono provocare lo sviluppo di una società più giusta e credente, e possiede una sapienza peculiare… È imperioso il bisogno di evangelizzare le culture per inculturare il Vangelo” (Papa Francesco, Esortazione apostolica Evangelii gaudium, nn. 68-69).

Oggi siamo chiamati a dare una testimonianza umile ma coraggiosa nel leggere i segni del tempo che viviamo; ciò vuol dire compiere un’attenta opera di discernimento e considerare, con spirito di soprannaturale ragionevolezza – come si esprime H. Rahner (nella Mistica del servizio, Edizione Selecta, Milano 1959, p. 112) –, lo spirito che il Signore, oggi, chiede alle nostre Chiese nell’ambito del servizio alla cultura.

Zygmunt Bauman, al Festival biblico del 2013 a Vicenza (e, quindi, nel nostro  Nordest), intervenendo su “La società contemporanea tra frenesia e bisogno di speranza” così si esprimeva: “Stiamo vivendo… il periodo dell’ “interregno”, ed è questa forse la chiave per capire il mistero della nostra condizione attuale… Interregno è una parola che ho preso – chiarisce  Bauman – da Antonio Gramsci… significa che le vecchie leggi, le vecchie regole, le vecchie situazioni non funzionano più, non valgono più, ma quelle nuove non sono ancora state inventate… Ci troviamo tra due fuochi… in un processo di cambiamento: non sappiamo più dove siamo… dove stiamo andando…” (Zygmunt Bauman, Lo Spirito e il clic, Introduzione di Riccardo Mazzeo, San Paolo 2013, p. 25).

Il passo di Evangelii gaudium – citato appena sopra – terminava con queste impegnative parole che non possono risuonare invano e che desidero riprendere: “E’ imperioso il bisogno di evangelizzare le culture per inculturare il Vangelo“ (n. 69).

Dobbiamo, quindi, far nostro uno stile più evangelico per rispondere meglio alle attese degli uomini e delle donne del nostro tempo e così esprimere una Chiesa che – come chiede il Papa – sia realmente “in uscita” e capace di annunciare, abitare, educare e trasfigurare le diverse realtà che incontra, per usare i “verbi” che sono stati rilanciati dal V Convegno della Chiesa Italiana, tenutosi a Firenze, dove è risuonata la parola del Santo Padre che ha riproposto l’umanesimo cristiano in dialogo – ossia ascolto e annuncio – con le culture e le società del nostro tempo le quali esprimono una postmodernità avanzata con i tratti della multiculturalità e della multietnicità.

Rivolgo, infine, un pensiero grato alle realtà e istituzioni che – in vario modo – sostengono e promuovono l’attività della Facoltà Teologica del Triveneto, perché essa possa svolgere pienamente il suo servizio a beneficio delle nostre Chiese particolari di cui la Facoltà è espressione, mentre ringrazio tutti coloro che vi lavorano ogni giorno con passione, competenza e generosità.