Intervento ai funerali di mons. Gino Bortolan (10 febbraio 2010)
10-02-2010

Al funerale di Mons. Gino Bortolan

 

Santa Maria Formosa, 10.2.2010

 

 

 

Con Mons Gino Bortolan scompare una figura singolare nella Chiesa di Venezia: il prete degli artisti. Un prete buono e colto, con la passione dell’arte, aperto alle relazioni personali, molto stimato e amato.

 

Quando diedi inizio al mio ministero nel Patriarcato, Don Gino aveva già lasciato la Parrocchia di Santa Maria Formosa ed era ormai tutto dedito alla sua creatura: il Museo Diocesano di Arte Sacra, da lui costituito per incarico del Patriarca Albino Luciani; un’opera fatta crescere con impegno e amore, sulla quale vegliava, direi, ‘giorno e notte’ (dico anche di notte perché l’allarme del Museo squillava nella sua casa, a S. Maria del Giglio; e don Gino accorreva a Sant’Apollonia per rendersi conto che cosa non andasse per il verso giusto).

 

Ordinato sacerdote dal Patriarca Adeodato Piazza nel luglio del 1941, per un decennio svolse il suo ministero pastorale ad Altino; nel 1951 venne nominato parroco a Santa Maria Formosa dove rimase fino alla fine del 1975, prodigandosi con generosità e gran cuore: è significativo il fatto che proprio lui abbia scelto la chiesa della sua antica parrocchia per il commiato cristiano da questa terra.

 

Nominato Rettore di S. Maria del Giglio agli inizi del 1976, si dedicò totalmente al Museo Diocesano di S. Apollonia e ad una intensa attività nel settore dei beni culturali dentro e fuori la Diocesi. Diplomato in Paleografia e Archivistica, fu direttore dell’Archivio storico diocesano, Ispettore onorario per i Beni Artistici e storici di Venezia, Segretario della Commissione diocesana di Arte Sacra, Consulente ecclesiastico dell’UCAI e Incaricato regionale dei Beni Culturali della Chiesa. Favorì e accompagnò il restauro di numerose opere (tele e sculture) di grande valore; infine organizzò delle mostre e si cimentò anche nella promozione dell’arte sacra moderna.

 

In questa sua attività, don Gino riuscì ad allacciare una rete intensissima di relazioni con persone del mondo dell’arte e delle Istituzioni che le presiedevano e, proprio sul filo dell’amicizia e della stima, rese la sua testimonianza di uomo del Vangelo, umile e buono, anche in ambienti spesso estranei alla vita ecclesiale. La Messa dell’artista a S. Maria del Giglio per diverse persone fu un costante riferimento di fede, intriso di amicizia.

 

Oggi ci congediamo da lui pregando, nella sicura speranza che egli riposi nelle braccia buone del Padre, ricco di misericordia.

 

A nome del’intero presbiterio esprimo le più sincere condoglianze ai parenti e il più vivo ringraziamento a quanti gli furono vicini nell’anzianità e nella malattia.