Intervento ai funerali di don Bruno Bertoli (Venezia, 27 luglio 2011)
27-07-2011

Ai funerali di Don Bruno Bertoli

 

Chiesa di San Salvador (Venezia), 27 luglio 2011

 

 

Nella notte che volgeva dal sabato alla domenica, il Signore Gesù ha chiamato don Bruno Bertoli nella Casa del Padre. 

 

Don Bruno: un prete, dalla vita esemplare, integro e dal temperamento forte, che nel servizio del Vangelo aveva trovato il suo tesoro e la perla preziosa, e per il Vangelo ha speso la vita.

 

Uomo di cultura, ha dedicato molti anni della sua vita allo studio e all’insegnamento in Seminario e nella Scuola Statale.

 

Fu prete sempre: qualunque cosa facesse, studiando, scrivendo, insegnando, non ha mai perso di vista due obiettivi: la centralità della Parola di Dio letta nella Chiesa e l’attenzione alla formazione dei fedeli laici, in particolare, per un certo tempo, dei giovani di cui condivise, non senza sofferenze e incomprensioni, il travaglio d’un’epoca di passaggio, particolarmente nei difficili anni postconciliari.

 

Per quanto cultore della storia, di quella della Chiesa di Venezia in modo speciale, si confrontò con animo aperto con la modernità.

 

Incaricato dell’ufficio per la pastorale diocesana della cultura, valorizzando una rete di vaste e valide collaborazioni, diede vigore allo Studium Cattolico Veneziano, inizio e sviluppò la Scuola Biblica che gradualmente si diffuse in tutta il Patriarcato, accompagnò la nascita e la crescita del Centro Pattaro pensando soprattutto alla formazione teologica dei laici e, non meno importante, promosse con tenacia una lettura non solo profana delle opere d’arte, collocandole sempre nel contesto vivo in cui sono nate, che era per lo più, un contesto di fede.

 

Non comprenderemmo però Don Bruno se ci limitassimo a leggerlo solo in chiave culturale. Egli fu soprattutto uomo del Vangelo e della Chiesa, in qualunque settore operasse. Basterebbe ricordare la sua predicazione, esemplare per il riferimento rigoroso alla Parola di Dio e per la sapiente contestualizzazione nella vita di ogni giorno e la vasta rete di relazioni con credenti e non credenti. Proprio l’impegno nel mondo della cultura gli consentì di allacciare rapporti sinceri e rispettosi con persone ai margini della vita della Chiesa, onorando il ministero dell’accoglienza e della misericordia.

 

Per quanto impegnato prevalentemente in altri campi, i giovani rimasero sempre la sua segreta passione. Era commovente vedere questo vecchio prete dedicarsi sistematicamente, fino agli ultimi anni, nella lettura della Parola di Dio con un gruppo di giovani. I giovani, diceva, non si aspettano, si vanno a cercare.

 

Egli ha amato la Chiesa, in particolare la sua Chiesa di Venezia, onorandola peraltro con il frutto dei suoi studi, promuovendo numerose pubblicazioni.

 

Riservato e sensibile, era rigoroso con se stesso, ed esigeva rigore anche negli altri, talora non evitando qualche rigidità e durezza.

 

Ora, purificato dalla sofferenza, riposa nella pace tanto desiderata, del suo Signore. Ha raggiunto il fratello maggiore Don Giuliano e gli altri suoi familiari. Lo consegniamo con sicura speranza alla braccia della infinita misericordia di Dio Padre e preghiamo per lui.

 

Molti amici, uomini e donne, gli sono stati vicini nella sua malattia, assistendolo con amore: noi ne siamo ammirati e li ringraziamo con immensa riconoscenza.