Vescovo e magistrato s’interrogano: “Misericordia e giustizia s’incontreranno?”. Il 28 ottobre, a Venezia, in dialogo il Patriarca Moraglia e il Procuratore D’Ippolito

E’ una data da fissare già in agenda, per la particolarità assoluta dell’evento: il Patriarca e il Procuratore aggiunto della Repubblica di Venezia a confronto e in dialogo su giustizia e misericordia: confini e intrecci, contenuti, esigenze e modalità di… esercizio nelle rispettive esperienze di vescovo e di magistrato. Venerdì 28 ottobre, alle ore 17.30, la Scuola Grande di S. Rocco a Venezia ospiterà l’incontro, ispirato evidentemente alle tematiche dell’attuale Giubileo, su “Misericordia e giustizia s’incontreranno?” tra il Patriarca Francesco Moraglia e il Procuratore aggiunto della Repubblica Adelchi d’Ippolito. L’iniziativa è, naturalmente, aperta al pubblico e ad ingresso libero.

“Il percorso che abbiamo compiuto, come Chiesa che è in Venezia in quest’Anno giubilare della Misericordia – ha dichiarato il Patriarca Francesco -, ci ha portato spesso a toccare con mano l’intreccio fra misericordia e giustizia. Lo stesso percorso giubilare è stato, e deve essere per il futuro, un cammino di conversione verso il Dio della misericordia e della giustizia che chiede di andare oltre le strette misure degli uomini e spinge a comprendere che la misericordia è il nome ultimo della giustizia e che la giustizia – nella Chiesa e nel mondo, in ambito canonico come nel versante civile e penale – è veramente tale solo se non smarrisce se stessa e fa entrare nel suo cammino la realtà profondamente umanizzante della misericordia. Come, concretamente, e attraverso quali modalità e strade è possibile tutto questo? Nel dialogo del prossimo 28 ottobre si tenterà di mettere a fuoco le varie sfumature di questo intreccio, si cercherà di approfondire i confini, i legami e le esigenze di una giustizia vera e di una vera misericordia. Il tutto a partire dalle nostre differenti ma, ritengo, in molti punti, convergenti esperienze. Le prospettive del Vescovo e del Magistrato sono ovviamente diverse, ma confido che il colloquio costituisca un reciproco arricchimento ed offra spunti di riflessione a quanti vorranno partecipare. Il dialogo arriverà, certamente, a toccare aspetti significativi della vita ecclesiale e civile, che interessano tutti, suscitando così una sana e stimolante provocazione e aiutando a crescere nel bene comune”.