Vescovi Nordest e riforma del processo di nullità di matrimonio: allo studio le conseguenze pastorali e le prerogative specifiche del Vescovo diocesano

La riforma del processo di nullità matrimoniale alla luce del Motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesu ed in particolare le prerogative attribuite alla figura del Vescovo diocesano sono state al centro dei lavori svolti dalla Conferenza Episcopale Triveneto riunita martedì 16 febbraio a Zelarino (Venezia).  I Vescovi del Nordest, continuando l’approfondimento e lo studio avviato nelle precedenti riunioni e con l’intervento del vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico regionale triveneto mons. Adolfo Zambon, hanno affrontato gli aspetti fondamentali della riforma voluta recentemente da Papa Francesco per rispondere al meglio e andare incontro al bene dei fedeli.

I Vescovi del Triveneto hanno accolto con gratitudine e spirito di riconoscenza il Motu proprio di Papa Francesco ed in particolare hanno apprezzato la sottolineatura della dimensione pastorale, ad esempio con l’inserimento della prima fase di consulenza – in vista dell’introduzione di una causa di nullità – nell’ambito della pastorale familiare ordinaria, insieme alla preoccupazione della “necessità di tutelare in massimo grado la verità del sacro vincolo” del matrimonio. Tutto ciò spinge la comunità ecclesiale a rendere sempre più presenti e rafforzare le esperienze di accompagnamento delle persone e delle coppie che vivono esperienze coniugali ferite o fallite per aiutarle ad intraprendere, qualora vi siano le condizioni, la via della richiesta di nullità del  matrimonio in uno degli itinerari previsti dalla vigente normativa (processo ordinario, documentale e brevior).

Circa l’aspetto “giudiziale” – come stabilito nella riunione di Cavallino (Venezia) dell’8 gennaio u.s. – i Vescovi della Conferenza Episcopale Triveneto hanno confermato l’intento di affidarsi all’attuale Tribunale ecclesiastico regionale quale proprio Tribunale interdiocesano. Si vuole, in questo modo, valorizzare l’esperienza di collaborazione tra le Chiese del Nordest ormai pluridecennale e caratterizzata dalla prossimità alle persone e alle Diocesi, tramite la presenza in molte realtà di sedi istruttorie distaccate, che hanno consentito in questi anni di vivere una vicinanza maggiore tra giudice e fedeli. Un segno di tale impegno è dato dalla possibilità di presentare il libello con il quale si chiede la nullità del matrimonio non solo presso la sede centrale del Tribunale triveneto, ma anche presso il vicario giudiziale presente in ogni Diocesi.

I Vescovi del Nordest confermano così il loro impegno a recepire le indicazioni del Motu proprio con le connesse esigenze di maggiore celerità del processo e di servizio alla verità, avendo di continuo presente il bene delle persone e “la salvezza delle anime, che deve sempre essere nella Chiesa la legge suprema” (Codice di Diritto canonico n. 1752).

Durante l’incontro è stato infine presentato ai Vescovi l’aggiornamento, attualmente in corso, del sito www.cet.chiesacattolica.it .