Torcello, terminato il restauro che ridà forza e luce alla Basilica di S. Maria Assunta. Rinsaldati, in particolare, i mosaici danneggiati e la facciata

Le volte in muratura in mattoni di recupero provenienti da Altino, costruite per collegare la basilica con l’adiacente battistero di cui ora rimangono solo resti, sono state realizzate successivamente. È quanto emerso durante i lavori di restauro che hanno interessato la facciata e la controfacciata mosaicata della basilica di S. Maria Assunta a Torcello.

Una scoperta possibile solo dopo aver analizzato la disposizione delle buche pontaie che al tempo della realizzazione della facciata venivano create tra i laterizi per agganciare le impalcature. «Queste buche in alcuni casi si trovano quasi a livello delle volte, dove non avrebbero dovuto trovarsi se quest’ultime e la facciata fossero state costruite insieme» spiega Paolo Tocchi, architetto che ha seguito i lavori in basilica.

I restauri, iniziati il 15 ottobre scorso e ultimati mercoledì 6 febbraio, sono stati finanziati dalla Diocesi di Venezia per un totale di 398 mila euro. Ora si stanno smontando le impalcature sulla controfacciata dove è presente il mosaico del Giudizio universale, databile tra il XI e XII secolo, per renderlo nuovamente fruibile ai visitatori, mentre le impalcature della facciata saranno tolte entro febbraio.

Gran parte dei lavori ha interessato la facciata, l’ultima volta restaurata negli anni ’30, molto ammalorata per via delle continue infiltrazioni d’acqua che andavano a danneggiare non solo la struttura ma anche il mosaico retrostante. «Il legante messo in opera a suo tempo si era degradato e aveva perso consistenza, abbiamo dunque dovuto praticare delle iniezioni di calce idraulica a bassa pressione per preservare il mosaico» spiega l’architetto, dicendo che prima è stato necessario svolgere delle indagini tomografiche al muro, una sorta di tac per capirne la costituzione.

Dopo le iniezioni di consolidante, trascorsi i 28 giorni previsti per legge per la stagionatura, è stata svolta un’altra tomografia per vedere i miglioramenti: «Le analisi hanno evidenziato che abbiamo migliorato del 78% la capacità di resistenza della muratura ai carichi e alle sollecitazioni, fornendo anche un supporto migliore al mosaico di controfacciata precedentemente appoggiato a una muratura disgregata. Inoltre la facciata nella parte alta presenta un cambio di spessore della muratura, che passa da 90 a 65 cm. Con i lavori è stato necessario sistemare i laterizi e impermeabilizzare il muro che da decenni vedeva l’acqua percolare e depositarsi nell’attaccatura dei due differenti livelli di muratura creando muffe».

Altro intervento si è reso necessario al portone della basilica che, già ammalorato, si è danneggiato ulteriormente a causa dell’acqua alta di fine ottobre che ha reso necessaria la sostituzione delle parti di legno antico con porzioni di legno in larice stagionato proveniente dal Cadore. Un ulteriore intervento è stato svolto sulle lastre marmoree in controfacciata che, poste nella parte bassa sotto il mosaico dove il muro assorbe l’acqua salata dal terreno, sono state staccate e messe a bagno nell’acqua deionizzata per desalinizzarle. Ora si stanno asciugando e nei prossimi 15 giorni saranno rimontate sui rispettivi ganci in rame e piombo.

«L’intervento è stato lungimirante: siamo intervenuti insieme all’interno e all’esterno della facciata con un’opera corale tra mosaicisti, coordinati da Giovanni Cucco, e muratori della ditta Silvio Pierobon di Belluno», commenta l’architetto. «Il complesso con basilica, battistero e chiesa di Santa Fosca presenta un unicum, difficile è differenziare le varie strutture. Quattro anni fa è stato presentato un intervento di restauro totale ma mancano i fondi e si va per gradi».

 

È stata una revisione necessaria quella svolta sul mosaico del Giudizio universale, risalente tra XI e XII secolo, posto sulla controfacciata della Basilica di S. Maria Assunta a Torcello, a distanza di circa 40 anni dall’ultimo restauro. Diversi i segni di sofferenza su cui Giovanni Cucco, tra i massimi esperti nel settore e per tanti anni mosaicista a San Marco, e i suoi assistenti sono dovuti intervenire per consolidare le tessere di mosaico che si stavano per staccare, insieme alla struttura che le sorregge. Causa ne erano le infiltrazioni di acqua che provenivano dalla facciata esterna e i micromovimenti della parete.

Durante l’intervento per prima cosa è stato necessario consolidare i diversi strati interni che legano il mosaico alla parete, in particolare l’arriccio: composto da calce, polvere di marmo e paglia, si era staccato dal muro e dalla malta di allettamento dove sono attaccate le tessere di mosaico.

L’intervento conservativo si è svolto facendo dei micro fori tra le tessere musive per iniettare u na soluzione di acqua e alcol con lo scopo di pulire gli strati retrostanti il mosaico e far uscire i residui di sporco. Poi si sono svolte delle micro emulsioni acriliche liquide iniettate nelle zone in cui l’acqua faceva fatica ad entrare, mentre con una resina acrilica più densa sono state riempite le parti maggiormente vuote, usando in alcune zone anche calce e polvere di marmo creando così un legante più forte per unire gli strati interni che si erano separati.

Le parti della struttura del mosaico che si stavano per staccare riguardavano principalmente i registri inferiori, in particolare il 5° registro che a sinistra presenta le raffigurazioni di vescovi, martiri, sacerdoti e donne, mentre a destra lucifero con in braccio l’anticristo e i peccatori. Molto danneggiato anche l’angelo e i demoni posti sopra il lunotto d’ingresso con la Vergine, quest’ultimo sistemato alcuni anni fa.

Nella parte superiore molto deteriorato anche il 4° registro e il 3° nella parte raffigurante il Cristo in mandorla e i volti degli apostoli, ma anche il Cristo centrale con Abramo nel 2° registro. Le tessere musive “che suonavano da vuoto”, prossime invece a cadere dal supporto, erano quelle in oro sopra il lunotto della porta raffigurante la Madonna e quelle dell’inferno con i peccatori nel 6° e 5° registro. Su queste porzioni, proteggendo prima il mosaico con carta e colla di farina, è stato necessario iniettare anche qui una micro resina acrilica per consolidare le tessere.

Al termine dei lavori il mosaico è stato pulito con acqua e sapone neutro per liberarlo dagli strati di polveri depositatesi nel tempo e dalle incrostazioni. I lavori hanno visto anche la sostituzione delle rondelle di plastica, circa 750 con antiriflesso, poste sopra le tessere musive che hanno come scopo quello di proteggere la struttura da eventuali distacchi: «Un’operazione necessaria visto che le tessere musive, insieme alla struttura sottostante delle malte che le sostengono, pesano circa 69 kg a metro quadro, e in totale il mosaico si estende per 141 mq» ha commentato il mosaicista, ricordando l’importanza della manutenzione, che sui mosaici si dovrebbe svolgere ogni 10-15 anni.

 

(articoli di Francesca Catalano – da Gente Veneta n.6/2019)