Morto a Venezia monsignor Antonio Meneguolo, una vita “consacrata a San Marco”. I funerali saranno lunedì 3 febbraio alle ore 10

Patriarcato di Venezia

Ufficio stampa

Venezia, 29 gennaio 2020

 

Morto a Venezia monsignor Antonio Meneguolo, una vita “consacrata a San Marco”

 

Monsignor Antonio Meneguolo, canonico di San Marco e “storico” componente del Capitolo della Cattedrale, è morto intorno alle ore 1.00 della notte appena trascorsa presso l’ospedale Ss. Giovanni e Paolo di Venezia dove era ricoverato da qualche settimana per il progressivo aggravarsi delle sue condizioni di salute. Aveva 83 anni e il suo ministero sacerdotale è stato a lungo e intensamente legato alla basilica cattedrale di San Marco e, prima ancora, all’insegnamento. “San Marco – aveva detto anche recentemente – è stato sempre il mio destino di vita, qui ho visto tutto… La mia vita è stata consacrata a San Marco”.

Nato nel 1936 nel sestiere veneziano di Cannaregio, la sua famiglia si trasferisce pochi mesi dopo in Calle dei Fabbri – a pochi passi da San Marco – e poi per un breve periodo, a seguito della prematura morte del padre, si sposta a Contarina nel Polesine tanto che il giovanissimo Antonio inizierà i suoi studi in Seminario a Chioggia per passare quindi in quello di Venezia una volta rientrato con la famiglia nella città lagunare. Viene ordinato suddiacono dal Patriarca Roncalli ed è poi nel primo gruppo di sacerdoti ordinati, il 21 giugno 1959, dal Patriarca Urbani. Pochi mesi fa aveva appena festeggiato i suoi 60 anni di sacerdozio.

Laureato in Lettere antiche, poi in Teologia morale e con anche una licenza in Liturgia pastorale, don Antonio insegna nel Seminario Patriarcale di Venezia per quasi 40 anni (in particolare le materie teologiche e letterarie); sempre alla Salute è stato inoltre vicerettore e, a seguire, preside del Seminario minore. Alla morte del vescovo ausiliare monsignor Olivotti, il Patriarca Luciani gli affida la gestione di alcune opere diocesane e così don Antonio si comincia a cimentare anche nel campo dell’amministrazione e delle questioni economiche; più avanti, con il Patriarca Scola, seguirà pure i beni ecclesiastici e quindi le chiese da tutelare e restaurare, divenendo anche vicario episcopale per gli affari economici e moderator curiae. Negli anni ’70, inoltre, avviene il suo fondamentale incontro con il movimento di Comunione e Liberazione di cui sarà poi, a lungo, assistente ecclesiastico.

Con il Patriarca Cè mons. Antonio Meneguolo ritorna decisamente ad operare nella “sua” San Marco; ne diviene canonico, è a lungo membro della Procuratoria, arcidiacono e delegato patriarcale per la basilica cattedrale di cui conosce ormai quasi ogni segreto e di cui ha narrato tantissime volte, a semplici fedeli e ad ospiti illustri, le caratteristiche e i particolari più splendidi. Nell’ultima sua intervista, rilasciata poco più di sei mesi fa al settimanale diocesano Gente Veneta, ricordava con commozione proprio questo aspetto: «La forza e il segreto di san Marco stanno nel fatto che, semplicemente, è la presentazione della storia della salvezza, del mistero trinitario e della nascita della Chiesa. È bellissimo. E i gruppi che vengono qui dentro ne rimangono affascinati perché parli loro e presenti loro un fatto e una bellezza di cui si sentono partecipi. Quando si arriva davanti alla Pala d’oro c’è un momento quasi estatico che stupisce e io dico sempre: questa è la bellezza di Dio, è stata voluta proprio così per poter presentare il suo mistero». E aveva raccontato l’emozione di quando il card. Scola chiese proprio a lui di spiegare a Papa Benedetto XVI, in visita a Venezia nel 2011, la storia e il contenuto dei mosaici marciani.  Negli ultimissimi tempi – avendo ormai lasciato incarichi e dirette responsabilità – ha proseguito, da “semplice” canonico e fino a quando la salute glielo ha concesso, a celebrare l’ufficio divino e la messa nonché ad esercitare il ministero della confessione nella “sua” basilica di San Marco.

I funerali di mons. Antonio Meneguolo (v. foto in allegato) sono stati fissati per lunedì 3 febbraio alle ore 10.00. Presieduti dal Patriarca Francesco Moraglia, che più volte lo aveva visitato in quest’ultimo difficile periodo, si terranno naturalmente nella basilica cattedrale di San Marco a Venezia.

 

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