“Il più piccolo di tutti i semi” | Riflessione del Patriarca Francesco sul Seminario: la vocazione al sacerdozio è un dono della grazia e mai un diritto dell’uomo

In copertina riprende l’immagine del “seminatore” di Van Gogh – con il grande ed evocativo sole sullo sfondo – mentre, come testo, assume il carattere di una lettera che il Patriarca Francesco Moraglia ha voluto affidare alla Diocesi di Venezia a conclusione del bicentenario che ha ricordato lo storico trasferimento del Seminario da Murano al complesso della Salute. L’intento è quello di «contribuire alla crescita dell’affetto e della stima nei confronti del Seminario da parte di tutti i fedeli del Patriarcato e ravvivare il desiderio e l’impegno per una rinnovata e gioiosa pastorale vocazionale nella nostra Diocesi». L’opuscolo “Il più piccolo di tutti i semi” (edizioni Cid – Gente Veneta) è stato pubblicamente consegnato a sacerdoti e diaconi nel corso del ritiro di Avvento che si è svolto la mattina di giovedì 29 novembre nella chiesa dei Cappuccini a Mestre.

Nella lettera il Patriarca invita a «tornare a guardare e a comprendere la vocazione al ministero ordinato come a qualcosa di bello e di grande e lasciarci commuovere dalla scelta dei giovani che desiderano donare liberamente la propria vita come il Signore Gesù». Raccomanda «la cura e l’affetto del presbiterio, elemento decisivo per il nostro Seminario» e offre la sua riflessione per «aiutare a comprendere la vocazione al ministero ordinato nella logica della piccolezza e dell’umiltà evangelica, del morire a se stessi per vivere in Cristo. In ogni storia vocazionale possiamo riconoscere la piccolezza dell’umanità coinvolta e la grandezza della grazia di Dio che chiama a seguire, sostiene nel cammino e invita a rimanere con Lui. In questo senso la vocazione al sacerdozio, come ogni vocazione cristiana, è sempre un dono della grazia e mai un diritto dell’uomo».

Il Patriarca descrive la realtà attuale del Seminario (che «ha vissuto un progressivo cammino di ridefinizione»), ne richiama la funzione, la struttura e l’odierno iter formativo con i vari soggetti impegnati e le differenti modalità di accompagnamento in base anche alle diverse fasi di vita dei ragazzi e dei giovani coinvolti nel dinamismo comunitario del Seminario. Monsignor Moraglia ricorda e suggerisce poi alcuni “esercizi” preziosi per sostenere ed amare il Seminario: la preghiera (innanzitutto), il pellegrinaggio e la visita alla Salute, le proposte per i ministranti e la “settimana vocazionale”, la partecipazione concreta ed affettuosa ai momenti di vita del Seminario. E conclude invocando la Madonna della Salute: «A Lei affidiamo il Seminario, i nostri giovani incamminati verso il sacerdozio ordinato e la nostra comunità educante. Maria Immacolata è tutta un incanto di purissimo amore, un amore che Le chiediamo di irraggiare sui nostri seminaristi. Come in Maria, che riuniva in sé verginità e maternità, così nel sacerdote dovranno essere congiunte castità e paternità per poter servire senza porre limiti».                      (A.P.)