Il piano pastorale diocesano per il 2019/2020 | Un anno per riscoprire la forza e i doni del Battesimo. E togliere la polvere dalla fede, andando al cuore

Sarà come un andare o, meglio, un ritornare alle basi, alle fondamenta, alle sorgenti perenni e sempre traboccanti della vita cristiana. Per cercare di sollevare e togliere quel dito di polvere – o anche qualcosa di più – che forse ne aveva offuscato la brillantezza e ridimensionato la capacità di rigenerare continuamente vita e buoni frutti. Per accomunare e ricondurre tutti sulla stessa traccia, più o meno tiepidi e consapevoli, più o meno ferventi e credenti. Il cammino pastorale della Chiesa veneziana, sull’onda della riflessione offerta dal Patriarca Francesco sulla forza e sulla necessità di riprendere in mano il kerygma (v. il testo “L’amore di Cristo ci possiede. Il primo annuncio nella vita della Chiesa), riparte così con un triennio tutto dedicato ai sacramenti e ai doni dell’iniziazione cristiana: innanzitutto il battesimo, che verrà affrontato nel corso del 2019/2020,e poi la confermazione (cresima) e l’eucaristia.

«Questo piano pastorale e il sussidio che lo presenta – racconta il vicario episcopale don Daniele Memo – sono nati e cresciuti attraverso vari incontri, svolti nei mesi scorsi, con il contributo dei direttori degli uffici pastorali. Abbiamo voluto dare continuità alle linee indicate dal Patriarca con la lettera sul kerigma che ha aperto e avviato una strada, mettendo a fuoco un tema essenziale: il ritorno all’annuncio cristiano per capire meglio come la comunità cristiana oggi può annunciare di nuovo il Vangelo a questa storia e questa realtà. L’invito è quello di tornare al cuore, ai fondamentali, e di conseguenza a quello che noi cristiani siamo». Il tutto naturalmente va inserito nei binari dell’attuale fase di vita diocesana sul territorio che vede la creazione e i primi passi delle collaborazioni pastorali: «È il volto nuovo che la nostra Chiesa sta assumendo e che è dato da comunità in cui pastori, diaconi, religiosi e laici insieme sono corresponsabili». E soprattutto coloro che fanno o faranno parte dei cenacoli, strumento chiamato ad alimentare la vita di ogni collaborazione pastorale, «hanno bisogno di essere fondati sulla consapevolezza e sulla riscoperta della loro vocazione battesimale. I laici, in particolare, sono invitati a riprendere i doni e i carismi del battesimo che possono e debbono essere messi a disposizione di tutti, arrivando anche ad assumere nella comunità ecclesiale quegli spazi e quei compiti che “liberano” e riconducono la figura del parroco o del sacerdote alla sua missione specifica».

Un percorso del genere può aiutare ad intercettare anche esigenze più ampie e… profonde o condurre su strade non programmate o sinora inesplorate. Un modo insomma, spiega Anna Marchiori della Segreteria pastorale diocesana, per far «emergere il tesoro prezioso che abbiamo e che non è fatto solo di riti o pratiche buone. L’adesione a Cristo non toglie nulla, anzi ti ridona tutto nel suo valore più profondo perché in Cristo trovi l’umanità piena. Tornare a qualcosa di così fondamentale può coinvolgere tutti: i praticanti che hanno bisogno di riscoprire taluni aspetti dimenticati, chi ha bisogno di riascoltare un annuncio di speranza e di verità sulla sua vita, spesso segnata da prove e sofferenze, ed anche gente che magari non mette più piede in chiesa o che della comunità cristiana ha solo un’idea rituale… È come un antidoto, inoltre, a certe letture pessimistiche o limitanti del presente: dentro la tua vita, invece, puoi trovare i segni dell’annuncio cristiano e da lì puoi ripartire per riprenderla in mano e darne un senso».

Tre sacramenti dell’iniziazione cristiana e tre anni, dunque, per riaffrontarli all’insegna di un unico slogan “Vivi in Cristo” dal doppio significato: evidenzia che si è vivi in quanto partecipi e immessi nella vita di Cristo ma, nello stesso tempo, esorta e incita a… vivere in Cristo e testimoniare il Vangelo. Si comincia, appunto, con il battesimo. E qui le piste possibili da praticare sono molteplici. Per don Daniele Memo, infatti, «l’invito a rimettere al centro il battesimo per una comunità potrà voler dire, ad esempio, riflettere su come si preparano i battesimi dei piccoli e come si accompagnano le famiglie ma anche su come si preparano i ragazzi e i catecumeni adulti, non più così rari. Oppure, per altre, riscoprire i segni battesimali che emergono nelle nostre liturgie e dalle nostre chiese, anche attraverso percorsi che valorizzino opere e beni culturali esistenti. O, ancora, potrà offrire spunti da utilizzare sul piano formativo, non solo per i cenacoli ma anche nella catechesi per gli adulti e gli anziani. Il piano pastorale diocesano non vuole essere un peso in più, ma inserirsi nella vita normale delle parrocchie e delle comunità, anche nelle varie situazioni (dai matrimoni ai funerali) che ci fanno incontrare persone di qualsiasi tipo e a cui può essere rivolta una proposta». La rilevanza del percorso richiede e rilancia, inoltre, la necessità di una continua formazione spirituale; per fare ciò si potrà contare principalmente sull’esperienza, ormai consolidata, degli esercizi spirituali diocesani ma anche su alcune nuove proposte (più “leggere”) di una o due mezze giornate di ritiro spirituale che verranno prossimamente organizzate.

 

S’intitola “Dall’acqua e dallo Spirito” il sussidio che accompagna il cammino pastorale per l’anno 2019/2020 della Diocesi di Venezia. Verrà distribuito, in alcune copie cartacee, nelle parrocchie e sarà offerto a tutti coloro che prenderanno parte sabato 28 settembre (ore 15.30 a S. Marco) alla celebrazione del Mandato presieduta dal Patriarca Francesco e rivolta ad evangelizzatori, catechisti, animatori, educatori, operatori delle varie realtà pastorali e missionarie, insegnanti della religione cattolica nelle scuole, gruppi d’ascolto ecc. Il testo è già da giorni disponibile integralmente on line sul sito www.patriarcatovenezia.it . Nelle prime pagine il Patriarca fornisce motivazioni e indicazioni per il cammino: «La convinzione che accompagna il triennio pastorale è che fede e sacramenti sono essenziali alla vita cristiana e i sacramenti dell’iniziazione, complementari ed inseparabili, costituiscono un cammino di conversione che deve coinvolgere l’interacomunità ecclesiale, nelle differenti componenti del popolo di Dio. Tutti i discepoli del Signore – al di là della specifica vocazione di ciascuno – sono battezzati, confermati e chiamati a celebrare l’eucaristia». E osserva che «il battesimo è il segno ecclesiale che perfeziona il cammino verso la pienezza della fede ed è anche criterio di discernimento per una vera laicità. La Santa Madre di Dio ci doni il suo passo solerte con cui si recò a far visita alla cugina Elisabetta per portare, in tutti i nostri ambienti, il Vangelo del battesimo che traspare innanzitutto dalla semplicità di una vita che si nutre della Parola di Dio ascoltata sulle ginocchia della Chiesa».

 

Dopo la presentazione del Patriarca e una breve introduzione sugli obiettivi pastorali del periodo, il sussidio “Dall’acqua e dallo Spirito” ha altre due sezioni. In una c’è il testo biblico di riferimento offerto a tutti (comunità, cenacoli, gruppi di catechesi ecc.): è l’episodio, riportato in Atti 8,26-40, dell’incontro di Filippo con l’eunuco che raccoglie in sé «ricche suggestioni sia sul fronte battesimale che su quello della missionarietà» a ricordare anche i due “fuochi” del mese missionario straordinario che si terrà nell’ottobre 2019. Ogni passo – che «può prestarsi a realizzare una serie di appuntamenti formativi o un unico momento di studio, a seconda delle esigenze di ciascuno» – termina con alcune domande per la riflessione e l’approfondimento comune, più un suggerimento per conoscere e valorizzare la figura di un santo o beato che ha saputo incarnare alcuni specifici aspetti della vita fiorita dal battesimo (i martiri di Tibhirine, santa Giuseppina Bakhita, Dietrich Bonhoeffer e Alberto Marvelli). C’è infine un’ultima sezione – che si conclude con una piccola bibliografia – dedicata alla presentazione delle proposte degli Uffici pastorali, con alcuni orientamenti per i diversi ambiti di servizio e gli appuntamenti più importanti per ogni settore.

 

Alessandro Polet

(articolo tratto da Gente Veneta n. 31/2019)