Il Patriarca a Mestre per la festa del patrono S. Michele: “Le nostre città, spazi della lotta tra bene e male. Ma non siamo soli: Dio ci invia i suoi angeli, messaggeri di bene, giustizia e verità”

“La Rivelazione cristiana conforta noi, uomini e donne del XXI secolo – per tanti versi così disincantati e secolarizzati -, ricordando  come la nostra vita, la nostra storia, le nostre città – anche la nostra Mestre – siano “spazi” in cui si fronteggia il Bene e il male, la Giustizia e l’ingiustizia, la Verità e la menzogna. In questo combattimento, però, l’uomo e le comunità non sono mai lasciate sole ma piuttosto affidate e sostenute da Dio che ci invia questi suoi angeli – messaggeri di Bene, Giustizia e Verità – e in particolare gli arcangeli Raffaele, Gabriele e soprattutto il nostro patrono Michele”: ha concluso così la sua riflessione il Patriarca Francesco Moraglia durante l’omelia della Messa solenne celebrata la sera di sabato 29 settembre nel Duomo di S. Lorenzo di Mestre – gremito di fedeli ed autorità civili e militari – in occasione della festa di san Michele Arcangelo, patrono della città oltreché della Polizia di Stato.

“La nostra epoca – ha osservato il Patriarca – viene indicata in molti modi che concorrono, almeno in parte, a delinearla. Viviamo nell’epoca postmoderna o postindustriale o della globalizzazione; siamo in una società sempre più “liquida” e alcuni, addirittura, la definiscono come “gassosa”; siamo di fronte ad uno scenario che, per molti aspetti, dice diversità o, addirittura, rottura con l’epoca o le epoche precedenti. Siamo sempre più segnati dall’individualismo e, quindi, il singolo soggetto diventa riferimento unico, il solo criterio di valutazione, e si qualifica per una volontà separata dalla ragione che è sempre più sostituita dal sentimento. Si pone, quindi, la domanda: è ancora possibile parlare di bene e di male, di giustizia e d’ingiustizia, di verità e di menzogna?  E, prima ancora, è possibile accertarne l’esistenza? Oggi non è per nulla scontato raggiungerli. Si pone, allora, la domanda: è possibile ancora affermare l’esistenza del bene, del male, della giustizia, dell’ingiustizia, della verità e della menzogna? La risposta per il cristiano si dà – oltre che sul piano della non facile e non scontata indagine filosofica, storica e giuridica – sul piano della fede, della divina Rivelazione. La prima lettura – tratta dal libro dell’Apocalisse -, ci dice in modo drammatico, ossia vitale, e col suo genere letterario (quello apocalittico), che è possibile affermare l’esistenza del bene e del male, della giustizia e dell’ingiustizia, della verità e della menzogna”.

“Non è poca cosa – ha proseguito – che la lotta fra il bene e il male, fra la giustizia e l’ingiustizia, fra la verità e la menzogna, sia presente dall’inizio della rivelazione cristiana – libro della Genesi – e anche al suo termine – libro dell’Apocalisse – attraversando quindi l’intera Rivelazione, e veda impegnati la Vergine Immacolata e san Michele Arcangelo”. E poi, citando le indicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica sulla figura e sulle caratteristiche degli angeli, ha sottolineato che “la libertà è la grande protagonista della storia; sì, la libertà degli angeli e degli uomini sono chiamate ad esprimersi nella storia in piena autonomia da ogni costrizione. Così un angelo creato buono da Dio può scegliere il proprio “io” piuttosto che Dio trasformando così la giusta autonomia in ribellione”.

 

Il testo integrale dell’omelia è riportato in calce.