“Grave negare o non riconoscere memoria, storia e cultura di un popolo. C’è bisogno di atti di pace, distensione e unità”: lettera del Patriarca al Rabbino capo di Venezia

Qui in calce, ecco il messaggio che il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia ha indirizzato, in queste ore, al Rabbino capo di Venezia Scialom Bahbout in riferimento alla recente risoluzione Unesco su Gerusalemme.

Venezia, 22 ottobre 2016

 

Stimato Signor Rabbino capo,

sono rimasto profondamente colpito dalla forza delle Sue parole pronunciate in questi giorni in riferimento alla sorprendente risoluzione Unesco su Gerusalemme e il Monte del Tempio.

Tutte le volte che si nega o non si riconosce la memoria, la storia e la cultura (realtà millenarie) di un popolo e di una comunità si compie qualcosa di grave e si realizza una mancanza di verità, di attenzione e rispetto che, alla fine, si ripercuote – con i suoi effetti negativi – su tutto e su tutti.

Gerusalemme ha bisogno di atti politici e culturali di pace, distensione, unità e cordiale convivenza che allontanino e delegittimino ogni possibile conflitto o tensione e possibile minaccia terroristica.

Confido e prego che tutti i popoli e le comunità che abitano quei luoghi santi possano sempre, con serenità, condividere la gioia e la responsabilità di essere portatori e testimoni di pace per il bene di Gerusalemme e del mondo intero. Auspico, quindi, che le istituzioni internazionali dimostrino saggezza politica, equilibrio e lungimiranza nell’accompagnare e favorire questo necessario processo.

A Lei, carissimo rav Scialom Bahbout, e all’intera Comunità ebraica di Venezia rinnovo la vicinanza e l’augurio della pace del Signore

 

                                                               Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia