Francesco e Steven, “filosofi appassionati di Vangelo” e diaconi in vista del sacerdozio (giovedì 7 dicembre, a S. Marco). L’OMELIA DEL PATRIARCA

In calce il testo integrale dell’omelia del Patriarca Francesco Moraglia

Due nuovi diaconi saranno ordinati, in vista del sacerdozio, dal Patriarca Francesco Moraglia nel corso della solenne celebrazione eucaristica in programma giovedì 7 dicembre 2017 (vigilia dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria), alle ore 16.00 nella basilica cattedrale di S. Marco a Venezia.

I due seminaristi che diverranno diaconi sono Francesco Andrighetti – 26 anni, in arrivo dalla parrocchia di S. Lorenzo di Mestre – e Steven Ruzza, 30 anni, originario della parrocchia di S. Stefano di Caorle -. Entrambi provengono da studi filosofici: Francesco conseguirà a breve la laurea magistrale a Ca’ Foscari, Steven si è già laureato in Filosofia (la triennale a Trieste, la specialistica a Padova). In questi anni i due prossimi diaconi hanno fatto esperienza pastorale in diverse realtà della Diocesi veneziana, anche associative: Francesco è stato in particolare a Caorle, a S. Lorenzo Giustiniani, a Jesolo Paese e adesso a S. Maria Elisabetta del Lido di Venezia; Steven ha collaborato tra l’altro con la Comunità marciana, la parrocchia di S. Martino a Castello, la comunità pastorale del Lido di Venezia ed ora presta servizio a S. Giovanni Battista di Jesolo.

«Non c’è nulla che Cristo non sia capace di illuminare. E nulla che non c’entri con Cristo. Dedicando la mia vita a Cristo ho la percezione concreta non solo di non perdere nulla ma di poter vivere tutto in modo più profondo e vero», diceva Francesco Andrighetti nell’ampia intervista rilasciata nei giorni scorsi al settimanale diocesano Gente Veneta. E Steven Ruzza osservava: «L’amore di Dio non si ferma di fronte alla sofferenza, al peccato e alla morte dell’uomo, Dio non lascia mai solo l’uomo. È l’annuncio pasquale del Cristo risorto, la mano di Dio che tiene sempre la mano dell’uomo. È ciò che ognuno si aspetta da Dio, che sia roccia e rifugio».

Nella circostanza dell’ordinazione, i due neodiaconi esprimeranno davanti al Vescovo le loro “promesse” di esercitare il diaconato “con umiltà e carità”, di custodire e annunciare la fede, di vivere nel celibato, di dedicarsi alla preghiera (ed in particolare alla Liturgia delle Ore), di obbedienza al Vescovo e di “conformare tutta la vita a Cristo”.