Aggressione di Capodanno in Piazza San Marco e sfregi ad alcuni presepi allestiti all’aperto | Il Patriarca Moraglia: “Non sono semplici ragazzate, ma esempi negativi da cui è necessario prendere le distanze. Si inizia a colpire i simboli e si finisce con le persone”

Venezia, 3 gennaio 2020

 

Intervistato oggi, in particolare da Rai – Tgr Veneto, il Patriarca Francesco Moraglia ha commentato l’episodio dell’aggressione avvenuta nelle ore di Capodanno in Piazza San Marco a Venezia ed è intervenuto anche su alcuni recenti episodi avvenuti in Veneto di offesa e sfregio a presepi allestiti all’aperto.

“Nel luogo simbolo della città – ha dichiarato -, in un momento festoso e di scambio degli auguri, segnato dai tradizionali fuochi di artificio, vi è stato l’irrompere di chi si è rifatto a spregevoli forme ideologiche del secolo scorso, con una violenza dapprima verbale e poi anche fisica. La mia solidarietà a chi è stato provato e colpito fisicamente e anche a chi si è voluto colpire come simbolo: la comunità ebraica e le persone che hanno sofferto per la tragedia della seconda guerra mondiale e i campi di concentramento. Aggiungo anche che tutto ciò sembra provenire da un gruppo organizzato di giovani. E’ motivo di speranza, però, che altri giovani abbiano trovato la forza di opporsi a questo tipo di violenza”.

“Desta preoccupazione – ha proseguito il Patriarca – perché si inizia con i simboli e si finisce con le persone. Alla stessa logica rispondono quegli atti di violenza che hanno avuto per oggetto alcuni presepi allestiti all’aperto, in questo tempo di Natale, nel nostro territorio. Il presepio è un simbolo di pace, di libertà e di incontro; è un segno disarmato e di solidarietà semplice che viene offeso e vilipeso. Colpire il simbolo vuol dire colpire i valori che esprime e minare alla base l’importanza della convivenza sociale. L’impegno faticoso e gioioso che si sta compiendo verso un’integrazione fatta di rispetto e riconoscimento reciproco viene minata da tali gesti. I simboli dicono una storia, raccontano delle persone e della fatica dello stare insieme a partire dai valori che possono unirci”.

“Non vorrei – ha concluso – che si derubricassero questi episodi a semplici ragazzate. Non si farebbe il bene di chi li ha compiuti, non si farebbe il bene della città e della nostra società. Il nostro impegno è far comprendere, soprattutto ai più giovani, che questi non sono solo errori ma esempi negativi da cui è necessario prendere le distanze. L’augurio è rispondere a tali episodi cordialmente in modo pacifico ma fermo e determinato. Lo ripeto: colpire i simboli è sempre e anche colpire le persone”.

 

 

Venezia, 2 gennaio 2020

Il grave episodio di aggressione avvenuto in Piazza San Marco a Venezia, nelle ore di Capodanno, ha suscitato profonda tristezza e vera indignazione per la violenza fisica, verbale e ideologica che ha manifestato. Tale fatto – particolare da non sottovalutare – si è, tra l’altro, consumato nel luogo simbolo della nostra città. È un episodio che offende l’intera comunità, va contro il rispetto e la dignità delle persone, mina alle radici la pacifica convivenza e, quindi, va condannato con forza e in alcun modo minimizzato.

Il Patriarca Francesco Moraglia e la Chiesa che è in Venezia esprimono solidarietà a chi è stato colpito e aggredito verbalmente e fisicamente, confermando la vicinanza sia a chi personalmente è stato oggetto di tale atto sia alla comunità ebraica che è realtà viva, significativa e importante della nostra città, respingendo e condannando con forza ogni forma di violenza, di intolleranza e di antisemitismo.

Venezia è da sempre e vuole rimanere città di pace e di libertà, accogliente verso tutti, amante della giustizia e del bene comune e perciò – per sua natura e storia – refrattaria e contraria ad ogni tipo e richiamo (vecchio e nuovo) di violenza, discriminazione e intolleranza che si rifanno a spregevoli forme ideologiche. Preoccupa il fatto che “protagonisti” di tali atti siano dei giovani; ciò evidenzia drammaticamente la gravità della questione culturale ed educativa soprattutto, ma non solo, nei confronti delle giovani generazioni.