“A caccia di testimonianze” – Modalità e indicazioni tecniche a pochi giorni dalla scadenza (articolo Gente Veneta del 13/11/2004)

Si stringono i tempi per l’elaborazione e la raccolta delle ‘testimonianze’ che aiuteranno molto, in occasione dell’Assemblea ecclesiale di aprile 2005 e del successivo inizio della visita pastorale, a comporre una realistica e nitida fotografia della vita in atto nel Patriarcato di Venezia. Mancano infatti poco più di due settimane al termine previsto per la consegna e fissato per il 30 novembre. In questo periodo ogni comunità o realtà ecclesiale (parrocchie, vicariati, associazioni, movimenti, gruppi ecc.) dovrebbe essersi posta le domande fondamentali che stanno alla base delle testimonianze e ne rivelano il senso più autentico. Quali esperienze o situazioni significative di fede e vita cristiana (parte integrante della storia e della vita attuale di una comunità o realtà ecclesiale) possono essere proficuamente offerte e fatte conoscere a tutti? Come l’avvenimento di Gesù Cristo ha toccato e trasformato la vita delle persone o di una comunità? Come ne ha intercettato e ne attraversa – non solo nei momenti straordinari ma soprattutto nel quotidiano – le dimensioni fondamentali della vita che vanno dal piano degli affetti all’ambito del lavoro e dello studio fino ai momenti di riposo, svago e ricreazione? In altre parole e per tornare ancora alla lettera ‘Se vuoi essere compiuto’: che cosa c’entra il Risorto con il mio (e nostro) ‘mestiere di vivere’?
Due, poi, sono le caratteristiche essenziali che rendono ricca, efficace e vitale ogni testimonianza: la cosiddetta ‘autoesposizione’ del soggetto che la fa e la garanzia della comunione ecclesiale. Bisogna innanzitutto che la persona o la comunità che la offre non faccia un discorso neutro o generico (e tantomeno distaccato) ma parli in ‘prima persona’, si esponga appunto e racconti con realismo e coraggio se stessa nell’incontro con Cristo e la realtà che vive. E c’è bisogno che la testimonianza nasca, si confronti e si sviluppi in un contesto ecclesiale e a partire dalla comunione: per tale motivo le testimonianze (anche quelle ‘personali ‘ che pure sono previste) non potranno essere presentate individualmente ma dovranno passare attraverso una sorta di ‘discernimento comunitario’ e quindi al vaglio di una realtà ecclesiale e comunitaria ben precisa che può essere la parrocchia di riferimento, un’associazione o un gruppo ecclesiale.
Ricordate allora le finalità e le esigenze delle testimonianze è possibile comprendere anche ciò che, al contrario, bisognerebbe evitare di fare. Non è il caso, per intenderci, di elaborare dei piccoli trattati o delle grandi riflessioni teologiche, pastorali o spirituali né si tratta di fare una scheda informativa con la lista (pur preziosa e pregevole) di tutte le attività o esperienze svolte o in programma. E nemmeno mettersi a tavolino per guardare e descrivere (quasi da ‘esterni’) una situazione o realtà specifica emettendo tutta una serie di consigli, raccomandazioni o giudizi’ C’è ancora un altro elemento importante da tenere presente: le testimonianze non devono essere tanto una raccolta di ‘fioretti’ di vita cristiana ma vogliono rappresentare piuttosto, come si è già scritto, un’espressione della vita (di tutta la vita quindi!) in atto nella diocesi di Venezia e, per questo, potranno raccontare sia le cose belle (e ‘sante’) della vita delle persone e delle comunità ma anche (perché no?) le situazioni problematiche, critiche e di difficoltà. Certo, sempre vissute in prima persona e senza tradire la comunione ecclesiale’
E’ utile, infine, rammentare alcune indicazioni tecniche. La lunghezza, intanto, delle testimonianze: non deve superare le 4.000 battute, una pagina di testo scritto o poco più. Le forme espressive? Possono essere le più varie e redatte con la massima libertà: dalla poesia alla prosa, dal racconto all’intervista, ecc. Il termine ultimo? Già segnalato: è il 30 novembre. A chi consegnare le testimonianze una volta elaborate e vagliate? Il mezzo consigliato e raccomandato è di certo l’email (assemblea2005@patriarcato.venezia.it) ma è possibile recapitare il materiale (scritto e in file) anche a Mestre presso la Segreteria della Pastorale Giovanile (tel. 041952863) e l’Ufficio Stampa diocesano / Gente Veneta (tel. 041959999) al Centro pastorale Papa Luciani oppure al Coordinamento della pastorale diocesana presso la Curia patriarcale di Venezia (tel. 0412702452). Attenzione: è fondamentale che nell’invio sia ben chiaro il mittente con i suoi recapiti e l’indicazione della comunità o gruppo di riferimento e che si fa perciò ‘garante’ della testimonianza medesima. Tutte le testimonianze pervenute saranno poi rese disponibili attraverso il sito internet del Patriarcato e un apposito cd rom mentre una significativa e curata selezione delle stesse sarà pubblicata in un libro pronto nel febbraio prossimo e destinato ad un’ampia divulgazione. Alessandro Polet