Una nuova sfida: comunicare spiritualità attraverso il digitale

Una nuova sfida: comunicare spiritualità attraverso il digitale

Le misure di sicurezza che stanno interessando tutta Italia ci hanno posto dinnanzi ad una sfida: raggiungere le studentesse e gli studenti universitari che avremmo dovuto incontrare, soprattutto in occasione della celebrazione delle Ceneri, per condividere l’inizio della Quaresima.
Anche se siamo nell’epoca dell’iperconnessione digitale e non riuscire ad incontrarsi fisicamente, in certi momenti ci sembra un problema: si può semplicemente scrivere un post sulla Quaresima? Si possono twittare poche battute su contenuti spirituali? In altri momenti, forse, sulle prime, avremmo risposto di no. Condizioni contingenti, però, ci hanno indotto a provare a raggiungere le persone che animano la Pastorale Universitaria di Venezia attraverso i nostri canali social.

I quaranta i giorni che anticipano la Pasqua vanno riscoperti come un periodo di ritorno al proprio cuore, dove dobbiamo far spazio a Dio, così che possa riempirlo della sua presenza.

Il nostro Patriarca Francesco Moraglia ha da subito invitato la sua comunità di fedeli a vivere questo tempo eccezionale come conveniente alla preghiera e alla meditazione. Allora nella società della frenesia, dell’ossessionata ricerca delle novità, un periodo di forzato isolamento è un dono, una grazia che offre modo e tempo di riconnettersi spiritualmente, proprio a inizio della Quaresima. In questo momento di digiuno relazionale forzato, siamo riusciti ad apprezzare ancora di più l’importanza dell’incontro personale. In attesa di poterlo riguastare appieno, tuttavia, dobbiamo saper valorizzare i momenti di solitudine, aiutandoci con la preghiera.

Nel susseguirsi caotico e frenetico del quotidiano, l’elemento fondamentale per una profonda vita interiore è il silenzio. Al fine di lasciarsi incontrare dal Signore, serve prendere le distanze dai rumori che abitano dentro di noi, prima ancora che al di fuori, attraverso la dimensione contemplativa. Silenzio, ascolto della Parola, meditazione e adorazione sono alcune delle vie affidateci per farlo.

Non potersi incontrare per celebrare la Messa delle Ceneri in comunità, è stato per la nostra Pastorale Universitaria una forte mancanza. Oltre all’aspetto comunitario, fondamentale per ogni celebrazione, è mancato il momento di formazione e guida spirituale che avrebbe indicato la strada su come prepararsi alla Pasqua. Da questa carenza sono nati diversi interrogativi: come si può educare all’incontro con Dio, al silenzio, quando non si ha modo di incontrarsi di persona? Come si può parlare di preghiera, se si impara a pregare solo pregando? A prima vista, infatti, per risolvere queste questioni sembra centrale, quasi indispensabile, incontrarsi fisicamente.

Abbiamo perciò ritenuto opportuno provare ad utilizzare i nostri canali social. Del resto l’esigenza di fare Pastorale, ovvero di diventare «pescatori di uomini», può passare anche per la «rete» di internet che (seppur virtuale) è intessuta dalle connessioni tra persone. In sinergia con le norme già adottate dal Patriarca per accompagnare i fedeli durante la sospensione delle attività diocesane, sulle nostre pagine pagine abbiamo pubblicato post che potessero far riflettere i giovani in maniera critica sulla vicenda che si stava vivendo e che invitassero a un’ottimizzazione del tempo donato in linea con il tempo liturgico. Brevi video e podcast con commenti al Vangelo del giorno, vogliono essere pillole dirette, che entrano nel quotidiano e invitano a fermare almeno per un attimo la frenesia che si sta vivendo e possono rappresentare una luce, una grazia in questo tempo sospeso.

Questo nuovo modo di comunicare, che sta riscontrando successo, è una novità per lo stile della nostra Pastorale, una strada da approfondire e migliorare con il tempo. La sfida è quella di imparare a comunicare la spiritualità attraverso il digitale. Bisogna imparare a saper entrare dentro gli schemi frenetici, dei social portando però il ruolo antico e sempre nuovo della Chiesa. La persona, immagine di Dio, dev’essere il centro e non il margine di ogni attività umana. La sfida è quella di proclamare, anche nel mondo digitale, i principi della Dottrina Sociale della Chiesa: la dignità della persona, la giustizia, la sussidiarietà e la solidarietà.