Un bilancio per il 2019

Alla fine di questo semestre, condividiamo con voi un primo bilancio di cosa è stata la Pastorale Universitaria di Venezia: non solo per raccontare gli eventi organizzati, ma anche per  illustrare le traiettorie fondamentali a cui abbiamo orientato le nostre attività.

In settembre abbiamo convocato gli studenti e le studentesse più vicini alla Pastorale Universitaria, per raccogliere le loro intenzioni e sondare i bisogni degli universitari veneziani. Possiamo tradurre tutto quello che è emerso in questo primo incontro come uno strutturale bisogno di comunità, al quale stiamo rispondendo in due modi: anzitutto moltiplicando le occasioni di incontro comunitario, continuando a condividere la celebrazione eucaristica domenicale, aprendo le due stanze che abbiamo a disposizione presso la Scuola dei Laneri – nostra sede – per studiare insieme (soprattutto quando le biblioteche sono chiuse); in secondo luogo offrendo loro appuntamenti in cui, attraverso i linguaggi dell’arte e della cultura in senso ampio, esplorare l’umanità della loro esperienza, che è il primo passo per poter distinguere la chiamata di Cristo nella vita di ciascuno.

Per essere una comunità non basta ritrovarsi insieme: se così fosse, sarebbero sufficienti gli incontri casuali o la prossimità in occasione delle lezioni. C’è bisogno di qualcosa che tenga insieme la comunità, dandole la forma di cui sente l’esigenza. Per la Pastorale Universitaria di Venezia questo qualcosa si è mostrato sotto le spoglie di un qualcuno: accogliere la Rivelazione di Cristo significa accettare la sua operazione di Grazia, che modella provvidenzialmente e con cura la Sua Chiesa. Il nostro posto è, per così dire, sulla breccia: cerchiamo di dialogare con la massima apertura – saldi nel Vangelo – con chi ancora non ha saputo o non ha potuto aprire il cuore a Cristo. Ciò implica la necessità di mostrare la profonda umanità della Parola di Dio, che è viva in noi, e quella di esplicitare come essa abbia intimamente a che fare con la dimensione culturale della nostra vita: in questo modo, si offre agli studenti in ricerca la possibilità di trovare razionalmente il senso della propria esistenza, attraverso la Parola di Dio che agisce nostro tramite. Il primo incontro con cui abbiamo riaperto questo corso di riflessione si è tenuto il 14/10 presso la Scuola dei Laneri: abbiamo allestito una mostra di giovani studenti e studentesse (alcuni dei quali ci hanno raggiunto da fuori Venezia), dedicata al tema della luce – da cui prendeva il titolo – dando la possibilità ad altri giovani di poter condividere la propria esperienza della luce attraverso la parola scritta – in prosa e in poesia – e attraverso le proprie composizioni musicali. Abbiamo esplorato vari significati della luce: quella dell’anima e della salvezza che muove i cuori di tutti, di noi ragazzi e ragazze che hanno voglia di mettersi in gioco e vivere con passione il proprio percorso, nonostante le difficoltà del cammino, vivendo in una grande comunità.

Appena dieci giorni dopo, i presenti hanno avuto la possibilità di vedere chi sia la luce grazie alla quale vivono i Cristiani: con la Messa d’inizio anno accademico, presieduta dal Patriarca Francesco Moraglia, nostro vescovo  degli anni di studio, si è aperto ufficialmente il nostro anno di Pastorale Universitaria. È stata un’occasione fondamentale per darci la possibilità di accoglierci reciprocamente nella nostra libera appartenenza a Cristo.

In questi tempi di chiusure, in cui le pratiche politiche sembrano meri esercizi di forza senza criteri di giustizia, la Pastorale Universitaria di Venezia sottolinea che la fede in Cristo implica la necessità dell’apertura al prossimo. Abbiamo inteso mostrare come tale apertura abbia intimamente segnato la storia di Venezia, dal punto di vista storico, culturale, architettonico e quindi sociale: in occasione della gita in barca del 12/10, guidati dal Prof. Alberto Peratoner e dal dott. Marco Paladini, abbiamo ripercorso alcune tappe dei primi insediamenti veneziani, facendo esperienza della struttura urbanistica veneziana come di una struttura profondamente ecumenica. Con il medesimo spirito di apertura, il 16/10, presso la nostra sede dei Laneri, abbiamo avuto il piacere di poter dialogare con don Luca Peyron (responsabile della Pastorale Universitaria di Torino, accolto anche dalla Casa Studentesca Santa Fosca), con cui abbiamo condiviso alcune linee d’azione e riflessioni sul metodo che la Pastorale Universitaria può assumere. L’universalità della Chiesa di Cristo permette l’instaurarsi di buone pratiche relazionali, anche quando le differenze culturali sembrano insuperabili – o meglio: quando si vorrebbe che tali differenze fossero percepite come tali.

A tali buone pratiche d’incontro tra culture, anche quest’anno abbiamo dedicato gli incontri di Itaca – serie di appuntamenti che abbiamo già inaugurato lo scorso anno –, il cui primo appuntamento del 25/11 è stato dedicato alla studentessa Sara Schiavon (attiva nella Casa Studentesca Santa Fosca e da lungo tempo vicina alla Pastorale Universitaria), che ha condiviso la sua esperienza di ragazza au pair in Australia, dove ha potuto condurre alcune ricerche per la sua tesi di Laurea Magistrale in Antropologia.

La bellezza dell’incontro con l’altro, alla luce della Rivelazione di Cristo, non è solo una questione culturale: essa è anzitutto una questione teologica e liturgica. Abbiamo sperimentato la possibilità di incontrare l’Altro essendo accolti – ed essendo così messi nelle condizioni di accoglierlo – con la Celebrazione penitenziale d’Avvento del 4/12 presso la Chiesa di San Nicola da Tolentino: grazie alla collaborazione di alcuni sacerdoti, gli studenti e le studentesse hanno avuto la possibilità di fare esperienza della riconciliazione.

Il tema di quest’anno pastorale segna il nostro essere comunità: cosa è il battesimo se non il sacramento che sancisce la strutturale, viscerale appartenenza del Cristiano a Gesù Cristo? Il battesimo è in fondo la prima testimonianza della gratuità di Dio: è il dono di una vita piena, sensata, preziosa agli occhi del Creatore e agli occhi delle creature con cui condividiamo la nostra storia. Abbiamo inteso riflettere sul legame tra battesimo e gratuità, dedicando a questo tema il Ritiro spirituale d’Avvento per universitari, che si è tenuto il giorno dell’Immacolata concezione presso il Convento del Redentore della Giudecca. Circa 20 studenti hanno condiviso una giornata di preghiera e di riflessione, aperta dalle lodi mattutine e chiusa dalla celebrazione eucaristica, durante la quale abbiamo potuto assistere alla promessa perpetua di Fra’ Stefano. Due meditazioni hanno scandito la giornata: la prima dedicata alla gratuità di Dio verso l’uomo, guidata da Fra’ Mattia – che, insieme a Fra’ Giuseppe, ha condiviso con noi l’esperienza del ritiro – e incentrata sul pronunciato da Maria, visitata da Dio per mezzo dell’Arcangelo Gabriele; la seconda dedicata alla gratuità dall’uomo a Dio, attraverso l’altro uomo, in cui abbiamo esplorato – insieme ad Emanuele Lepore – cosa significano parole come gratuità e giustizia per chi è battezzato in Cristo, guidati dalla Lettera ai Romani di san Paolo.

Il servizio alla Parola di Dio passa anche per il servizio ai luoghi in cui essa risuona. Avere una certa familiarità con le chiese significa comprendere la profondità della Rivelazione, che assume i linguaggi dell’umanità: significa comprendere che l’architettura delle chiese e le opere d’arte in esse contenute non sono soltanto pietre miliari della cultura occidentale, ma anche strumenti di catechesi che favoriscono la relazione con Dio. Per questa ragione, il 12/12 abbiamo invitato studenti e studentesse ad una visita gratuita alla Basilica dei Frari, guidata dal gruppo Pietre Vive di Venezia e animata dal Coro della Pastorale Universitaria.

Durante la pausa natalizia, ci dedicheremo alla programmazione del prossimo semestre, cercando di mettere a punto attività e incontri che ci permettano di esplorare ancora più a fondo il tema del battesimo e, in generale, di continuare a crescere nell’esperienza di Pastorale Universitaria, con le persone che hanno scelto di avvicinarsi ad essa. Terremo evidentemente il doppio passo della cultura e della spiritualità – che sono i due polmoni della Pastorale Universitaria –, ascoltando da un lato le esigenze degli universitari, e dall’altro rimettendoci al consiglio del nostro Assistente Spirituale don Gilberto, e della Chiesa veneziana. Nel secondo semestre, inoltre, ci impegneremo nell’organizzazione di appuntamenti che rafforzino quel versante della Pastorale Universitaria che si rivolge ai docenti, anzitutto proponendo momenti d’incontro e riflessione con i docenti e tra docenti. Il 2 marzo si terrà la già concordata Cena col Prof. dedicata all’ecologia e ai cambiamenti climatici, con la Prof.ssa Enrica De Cian (Ca’ Foscari, Scienze Ambientali). Questo tipo d’incontri è funzionale al superamento delle comprensibili distanze tra docenti e studenti, nell’ottica di una vivificante collaborazione per la costruzione di un’Università più attenta ai bisogni dell’umano. Riteniamo opportuno favorire incontri tra docenti – come dicevamo –, affinché si possa riflettere insieme non solo a proposito della docenza e della ricerca, ma soprattutto a proposito di ciò che rende sensata qualsiasi pratica culturale: la verità.

 

Per continuare insieme questo percorso, anche nel secondo semestre di quest’anno accademico, abbiamo bisogno di voi. Abbiamo bisogno che anche voi vogliate fare Pastorale Universitaria, condividendo con gli altri i vostri talenti, le vostre passioni, la vostra sensibilità. Vi aspettiamo alla Scuola dei Laneri (Salizada San Pantalon 131/A) dopo le festività e rimaniamo a disposizione attraverso i nostri canali social e mail.