Incontro Iran-Usa lunedì 17 febbraio

 

Incontro Iran-Usa lunedì 17 febbraio

Quando si parla di terza guerra mondiale, non si può far finta di niente. Il prof. di diritto internazionale F. Marrella, la cittadina iraniana Yasra Pouyeshman e lo studente di lingua e cultura dell’Iran Lorenzo Camposilvan hanno aiutato i giovani universitari di Venezia ad approfondire la questione, cercando di dare una visione più complementare possibile, grazie all’eterogeneità dei loro punti di vista e delle loro conoscenze. Giovedì 17 febbraio la «sala archi» della Scuola dei Laneri, si è gremita di studenti universitari.

Tra i punti esposti, il prof. Marrella fa notare l’assurdità della vicenda che ha portato all’omicidio di Soleimani. «Cosi’ com’è avvenuta è un caso  di violazione del diritto internazionale. Vi pare normale che il Presidente di uno Stato ordini apertamente l’assassinio di un funzionario del Ministero della difesa di un altro Stato?!» e aggiunge «sicuramente erano disponibili dati gravi, precisi e concordanti di intelligence circa le operazioni dirette da Soleimani dentro e soprattutto fuori dai confini iraniani, ma come si fa a trasformarlo in un caso di pubblica condanna a morte a distanza senza alcun processo? Tutto è stato facilmente liquidato come un criminale globale che andava ammazzato». Non e’ cosi che funziona il diritto internazionale, nemmeno in questo caso estremo.

Questo scenario offre anche l’occasione, secondo Marrella, per riflettere sui «Mutamenti delle forme  di guerra del nostro tempo». Al giorno d’oggi e’ evidente che i conflitti non sono affatto solo di tipo classico-militare, con uno scontro di eserciti, ma ci sono anche le piu’ sofisticate «guerre economiche» e soprattutto le «guerre cibernetiche: oggi non serve più un super esercito di uomini armati fino ai denti, bastano 15 informatici occhialuti e bravissimi per rendere anche un micro-Stato pericolosissimo capace di far saltare per aria una centrale nucleare, ovunque nel  mondo». Proprio un attacco di tipo cibernetico potrebbe trovarsi all’origine della caduta dell’aereo ucraino dell’8 gennaio, che ha causato 176 morti: «ho il sospetto che non sia stato un militare a far saltare per aria volontariamente o a comando un aereo civile, e ancor meno che sia stato un errore umano: non è da escludere la possibilità di un attacco informatico molto raffinato».

Yasra Pouyeshman è una cittadina iraniana che vive in Italia da più di dieci anni. Il suo intervento è stato di fondamentale importanza per ricordare ai presenti, che la guerra riguarda sempre le persone, specialmente le più indifese: «Si parla di win win situation Iran-America, ma in questa analisi il popolo dov’è? Ci sono persone chi si impoveriscono, che sono in prigione e persone che muoiono; anche a causa della carenza di medicine, per colpa delle sanzioni americane. Io – aggiunge Yasra – ho perso mia mamma per questo problema».

Il successo dell’evento è dovuto proprio all’intuizione della Pastorale Universitaria di affrontare la tematica sotto diversi punti di vista. Difficilmente tre persone proveniente da ambienti così diversi hanno modo di cooperare. Grazie a loro, e all’ottima introduzione storico-politica dello studente Lorenzo, la panoramica complessiva che è risultata tiene conto tanto dei retroscena internazionali, quanto la dignità dell’essere umano, che deve rimanere al centro di ogni questione.

Davanti a questa molteplicità di sguardi, gli studenti universitari hanno potuto interrogarsi sul ruolo che possono ricoprire nel mondo. L’intento dell’incontro non era solo rispondere alla domanda “noi dove siamo?”, ma indurre gli studenti a porre la domanda in modo autentico. Come cittadini, come universitari, ma soprattutto come cristiani, abbiamo il dovere di superare i muri dell’indifferenza, declinata in ogni sua forma, per essere concretamente consci di quelle decisioni sociopolitiche che possono causare non solo un allontanamento tra gli esseri umani, ma anche tra l’uomo e Dio . La domanda assume allora un significato fondamentale, e dev’essere posta davanti a qualsiasi conflitto. Quanto avvenuto tra Iran-USA è utile per capire che tale ineludibile quesito può essere declinato in maniere differenti.  Come cittadini, dobbiamo chiederci come si configurano le nuove forme di guerra, per poterle prevenire anzitempo. Infine, in quanto esseri umani, siamo chiamati a non sentirci lontani da chi è in conflitto, che a causa della guerra perde tutto. Rispondere quindi alla domanda «dove siamo?», nel mondo frammentato e diviso in cui viviamo, permette di avere quella consapevolezza necessaria per un agire giusto, fraterno e a servizio del Signore al quale siamo tutti chiamati.