Inno di Cristo con la voce della Chiesa

Dio onnipotente ed eterno, esaudisci le preghiere della tua Chiesa che al mattino, a mezzogiorno e alla sera celebra le tue lodi; disperdi dal nostro cuore le tenebre del male perché procediamo sicuri verso Cristo, vera luce che non tramonta.

(Prima settimana del Tempo Ordinario, Giovedì, Lodi, Colletta)

 

La preghiera credente, specifica del cristianesimo, è questa: Dio è venuto a cercarci e si è rivelato in Gesù Cristo.

Dio non è una idea astratta, un essere irraggiungibile; per il cristiano Dio ha finalmente un volto: Dio è Padre, è Figlio, è Spirito Santo. Gesù non parla mai genericamente di Dio, ma di Dio Padre. Questa relazione tra Padre e Figlio è lo Spirito Santo: è l’Amore di Dio, dinamico, non statico.

(Patriarca Marco, Oders 8-9 gennaio 2005)

 

Gesù è venuto proprio per farci partecipi della sua comunione col Padre, per far circolare in noi la stessa vita immortale, lo stesso legame di amore, per unire a sé la nostra vita e la nostra voce perché al Padre salga un unico inno di ringraziamento. Per rendere possibile questo miracolo di comunione ci ha donato la sua Parola, si è fatto Pane che ci nutre, ha riversato in noi lo Spirito Santo.
Il Signore ci comunica la sua stessa vita e nello stesso tempo ci rende capaci di pregare: nella Liturgia delle Ore è “il Signore nostro Gesù Cristo figlio di Dio, che prega per noi, prega in noi ed è pregato da noi” (Sant’Agostino).
Se davvero in noi Cristo continua a cantare la gloria del Padre, questo non avviene solo attraverso le parole, gli inni, la celebrazione; è la nostra vita che, in lui con lui e per lui, è trasformata in canto di benedizione e di lode, offerta perenne gradita a Dio.

(ODERS, Riflessioni sulla Liturgia delle Ore)

 

… la tradizione cristiana ha sempre affermato che tutte le Sante Scritture vanno lette «in Cristo», il quale è la chiave ermeneutica per aprirle, comprenderle e giudicarle. Ciò vale in modo peculiare per la lettura dei salmi: i salmi sono infatti preghiera di Cristo, del Christus totus, il Cristo totale – secondo l’espressione di Agostino (cf, per esempio, Esposizioni sui Salmi 30,II,2,1 [PL 36,239]) – poiché in essi pregano la testa e le membra, il capo che è Cristo e il corpo che è la chiesa (cf. Ef 1,22-23; Col 1,18). Il cristiano che prega i salmi … impara ad avere in sé sempre di più lo stesso sentire che fu in Cristo Gesù (cf. Fil 2,5), crescendo verso la statura di Cristo (cf. Ef 4,13), di lui che è il cantator psalmorum per eccellenza (cf. Principi e norme per la liturgia delle Ore 109, Conferenza Episcopale italiana, Roma 1975, pp. 47-48).

(E. BIANCHI, Lectio sul salmo 80 (79) – Roma, 25 novembre 2011, S. Maria in Traspontina)

 

Gli Atti degli Apostoli attestano che la giornata scandita dalla preghiera ha grandissima importanza fin dalla prima Chiesa. In seguito si diffuse la consuetudine di destinare tempi particolari alla preghiera comune … Queste preghiere a poco a poco, furono ordinate in modo da formare un ciclo ben definito di Ore: la Liturgia delle Ore o Ufficio divino. Essa, arricchita anche di letture, è principalmente preghiera di lode e di supplica, e precisamente preghiera della Chiesa con Cristo e a Cristo.

(Da Principi e norme per la celebrazione della Liturgia delle Ore, n. 2).

 

La preghiera di Gesù è pubblica e comune: La Liturgia delle Ore ci inserisce nella preghiera della Chiesa, comunità di persone che si aiutano nel cammino di comprensione e adesione al “Mistero di Cristo”. Dovremmo approfondire questo aspetto che si contrappone ad una concezione “intimistica” e “privata” di preghiera.
La preghiera cristiana ha, quindi, un forte carattere comunitario: quand’anche uno si trovasse a pregare da solo, non è mai isolato.
Nel libro degli Atti si dice che la “moltitudine” di coloro che erano giunti alla fede “avevano un cuore solo ed un’anima sola”.

(cf Principi e norme…, n. 9).