Un passo alla volta

Tornando a casa ritroverete gli stessi problemi che avete lasciato e dovrete affrontare le stesse difficoltà: i figli con le loro esigenze, i problemi di lavoro. Ritroverete anche i vostri difetti.

Ci vuole realismo: tre giorni non cambiano la vita, possono servire ad intuire le direzioni lungo le quali condurci facendo un passo alla volta. Anche la santità non si costruisce in un sol colpo: vivo un bellissimo corso di esercizi, vado a casa entusiasta ed è tutto fatto. L’entusiasmo aiuta ma poco per volta si stempera. Però, vedete, la pioggia che è caduta abbondante in questi giorni è scesa nel terreno e vedrete che riemergerà: abbiate fiducia. Se anche ritorneranno le stesse difficoltà, anche proprio le stesse difficoltà spirituali, abbiate fiducia. Proprio nel momento della prova potrà venirvi in mente qualche intuizione emersa durante gli esercizi e questo vi aiuterà.

Perché questo accada è importante la perseveranza.

Non riuscirete a tener fede ai buoni propositi fatti senza chiedere aiuto al Signore. Né voi, né io, né il Papa: senza preghiera non si può vivere una vita cristiana, che non è una vita qualunque. Gesù ci fa una proposta forte che si può attuare soltanto con la sua grazia. E la grazia si ottiene con la preghiera.

 La preghiera quotidiana non è discutibile. Eppure spesso diciamo “Non ho tempo”.  Ma la preghiera come le cose essenziali della vita, non si gioca sul “non ho tempo”.

Occorre sapere che ci vuole una disciplina: alcune cose, costi quello che costi, vanno fatte.

Non ci può essere giornata senza preghiera, fissate un tempo, in relazione ai vostri impegni, non dico un’ora che nella vostra vita è forse impossibile trovare, ma cercate il vostro momento di preghiera, al mattino, magari un po’ di corsa, e/o alla sera, con un po’ di più calma.

Se volete essere perseveranti nel frutto degli esercizi ricorrete alla confessione. È un grande dono di Dio, è un abbraccio di misericordia, che dà forza. È una medicina, una terapia. Possibilmente accostatevi al sacramento della riconciliazione una volta al mese, poi ci sarà il mese in cui non potrete e passeranno due mesi, ne passeranno tre, ma non andate oltre! Se si vuole costruire una vita spirituale bisogna confessarsi. Lo so anch’io che fate fatica. Pur sapendolo, vi dico: fate di tutto per confessarvi e per confessarvi bene, ad un prete che vi dica qualche cosa, che vi aiuti, che vi dia una mano; perché è veramente molto importante che qualcuno vi dia una mano.

Non può mancare la messa della domenica. Immagino che ad essa voi siate fedeli. Ma come vorrei che fossero più belle le messe domenicali! Qui non è soltanto problema vostro, ma come vorrei che la domenica, il giorno in cui ci viene riconsegnata la Pasqua del Signore, la messa fosse un’esperienza bella, profonda, non di scappata. È l’incontro con il Risorto: lì c’è il Signore, corpo, sangue, anima e divinità. C’è la sua croce: la sua morte e risurrezione. Non dipende solo da voi, ma vorrei mettervi nel cuore almeno il desiderio di una bella messa domenicale, partecipata bene, preparata bene, ad esempio con la lettura previa della parola che sarà proclamata, da riprendere a casa durante la settimana, perché fermenti le nostre giornate.

E non perdetevi mai di coraggio! Sapete quando siamo sconfitti? Quando abbiamo veramente persa la battaglia? Non quando abbiamo fatto un proposito e poi non l’abbiamo osservato. Non è quello il dramma. Riprendiamo. Domani lo osserviamo. Quello non è un gran problema, purché ci sia la volontà di riprendersi. La battaglia è persa quando diciamo: “Non ce la faccio. Pensavo, sognavo… ma non ce la faccio”. Questa è la vera sconfitta.

(Appunti liberamente tratti da un intervento conclusivo del Card. Marco Cè ad un corso di esercizi spirituali diocesani)