Marco Cè – Giorno per giorno nell’amore

Che cosa significa per noi compiere la volontà del Padre?  Innanzitutto per me compiere la volontà del Padre significa la mia fedeltà, il mio “sì” al progetto di Dio su di me. “Sì, Padre”, il sì fondamentale è il sì al progetto. Su ciascuno di noi il Padre ha un progetto che è il nostro nome, al quale noi abbiamo risposto o dobbiamo rispondere. Il primo modo per compiere la volontà del Padre, quello fondamentale, è il sì a questo progetto.

E poi il sì alla volontà del Padre si concretizza nella fedeltà e nell’accettazione della vita che il Padre ci ha preparato: tu sei sposo, sposa, padre, madre; sei dedito a questo compito, a quest’altro, hai fatto questa scelta nella vita, l’hai fatta nel Signore, cercando di interpretare la volontà di Dio su di te. Adesso devi giorno per giorno compiere il tuo dovere. Io vorrei demitizzare ancora una volta il concetto di santità. Non per svuotarlo, ma per liberarlo da una concezione di un massimalismo e di un perfezionismo che non è conforme al progetto di Dio. Santità significa vivere la mia vita, in pienezza. L’emblema, la sigla della santità è la “vedova”, la vedova del vangelo di cui abbiamo parlato, che mette nel tesoro quella monetina, che non vale niente, il tempio non fa niente con quella monetina lì, eppure Gesù dice che quella donna ha messo più di tutti. Perché? Perché ha dato tutto quello che aveva. Il suo dono, nella sua piccolezza, è all’insegna della totalità, cioè dell’amore. La santità non è quantità di cose, straordinarietà di gesti. La santità è qualità d’amore di tutto il mio essere. È l’amore che fa la santità. L’amore che metto nel far le cose che devo fare, anche le più profane, vi dicevo ieri, perché dopo l’incarnazione non c’è più nulla di profano. Cristo ha assunta tutta l’umanità e ha assunto tutto il creato e lo ha salvato e lo salva attraverso la mia attività, il mio impegno anche umano, anche politico, anche sociale, anche di ricerca scientifica, lo salva attraverso il mio amore. La santità è amore, non è quantità.

“Come” concretamente? Credo che tutti dobbiamo dire: Com’è la mia vita? Che cosa devo fare io per compiere il mio dovere? Io devo fare il vescovo, devo predicare. Voi dovete fare altre cose, ma è attraverso queste altre cose che voi realizzate anche la santità più grande. E la misura qual è? Non è fare chissà che cosa. La misura è amare. Amare di più. Amare tanto. Questa è la misura. La misura è quella dell’amore. La vedova dà pochissimo, ma ama tantissimo: questa è la sigla. E diventa la profezia di quello che farà Gesù, che si donerà al Padre nella totalità. È questo il senso della sua croce.

(Marco Cè, Esercizi 2003)