Cammino di Avvento 2013 e Quaresima 2014_bambini e ragazzi

AVVENTO e NATALE 2013 – anno A

candele-di-natale_16IL PIENO DELLA FEDE (a cura dell’unità pastorale del Lido)

L’Avvento non è tempo di tristezza, ma di gioia. Questo tempo liturgico, che è tempo comunitario, invita a celebrare l’attesa di Cristo che viene ad abitare in mezzo a noi e alimenta la speranza in Colui che Dio manda a salvare l’umanità. E il “Messia”, il “Cristo”, viene a noi sempre nel mistero. Viene a noi nel mistero della carne –ossia della storia‐, viene a noi nel mistero dell’eucaristia nella quale i cristiani possono riconoscere personalmente e comunitariamente il Signore che “viene” nella loro vita, che pianta la sua tenda in mezzo a noi e che di educa, di domenica in domenica, ad un atteggiamento di accoglienza.
I Padri della Chiesa parlavano di una “sobria ebrietas”, una serena e pacata esultanza per la certezza che egli viene e che noi possiamo accoglierlo nelle nostre case. Senza questo tempo di “apprendimento” all’accoglienza, diviene difficile celebrare cristianamente il Natale.
Siamo anche consapevoli che l’incontro con colui che viene nella nostra vita, incontro che salva, comporta anche un “giudizio” sulla storia e sulle nostre singole vite. Il giudizio sulla vita è adesso e, alla luce della sua presenza, comporta e chiede conversione.
Allegati al Sussidio (scaricabile a fondo pagina):

attivita candela avvento

LE 4 CANDELE DI AVVENTO_PREGHIERE


QUARESIMA e SANTA PASQUA 2014 – anno A

bannerquar2014

“Quello che ho te lo do” (At 3, 6)

IL VANGELO… dal punto di vista dei discepoli. Pur essendo i discepoli presenti in quasi tutti gli episodi narrati nel vangelo e, dunque, molto vicini al Maestro, essi non sono esattamente degli esempi di “empatia” con Lui. Ci aspetteremmo fossero più svegli e lesti nel mettere in pratica i Suoi insegnamenti – data la frequentazione h24 e i 3 anni di sequela – spesso, invece, lo fraintendono o non capiscono il senso dei suoi gesti. Sono degli ammiratori entusiasti, sì, ma faticano a riconoscere in lui il Messia o perché non combacia con l’idea che ciascuno di loro si è fatto o, il più delle volte, perché restano letteralmente spiazzati dalla “rivoluzione” che Gesù porta con sé nella vita e nella cultura del tempo. Nonostante questo, una cosa però la sanno: vale la pena restare con Lui! La loro fatica è la nostra fatica; quella destinata probabilmente al discepolo di ogni tempo e, cioè, l’incapacità di interpretare correttamente la via percorsa da Gesù Cristo in obbedienza alla volontà di Dio, la sua missione, se non leggendola alla luce della Pasqua: della croce e del sepolcro vuoto.

RICHIAMO AGLI ATTI… lo Spirito del Risorto accompagna la Chiesa. L’altra scelta che accompagnerà questo cammino quaresimale è una sorta di “strabismo temporale”, cioè il tenere un occhio sui vangeli uno sulla vita delle prime comunità cristiane raccontata negli Atti degli apostoli. è l’azione dello Spirito Santo, infatti, a cambiare il cuore delle persone o a fornire la direzione in cui camminare come Chiesa. L’intento è quello di offrire, soprattutto ai gruppi di preadolescenti – invitati a partecipare e vivere la Festa diocesana del 6 aprile – quegli elementi che permettano di riflettere anche sul nostro essere Chiesa oggi (a partire da alcuni episodi scelti ad hoc), per assumere gli stessi atteggiamenti di Gesù, poiché il Suo Spirito vive in noi tramite il Battesimo ricevuto.

Ad amalgamare queste due scelte, abbiamo raccolto dal messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2014 il suo invito a riconoscere le nostre povertà, a spogliarci di ciò che non salva, per tendere le braccia verso Dio Padre e ricevere da Lui ciò di cui abbiamo davvero bisogno: il suo amore. Lo proveremo a vivere soprattutto nel nostro celebrare come comunità parrocchiale che sa riconoscere e chiedere scusa delle proprie miserie, che si preoccupa di alleviare quelle dei poveri e si arricchisce spiritualmente della Grazia di Dio per essere testimoni credibili della gioia del Vangelo.